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JESI CONCERTO DI CAPODANNO, TRADIZIONE NATA NEGLI ANNI ‘70

La Banda Cittadina si presentò al pubblico del Teatro Pergolesi aprendo la serata con “Chissà se va”, quasi una sfida sulla durata dell’appuntamento che da quasi mezzo secolo non si è mai interrotto

 

JESI, 31 dicembre 2019 – Come da tradizione l’anno si conclude con gli immancabili cenoni, siano questi tra le mura domestiche in famiglia o tra amici, così come in locali pubblici o in grossi saloni normalmente destinati ad altre attività, ma sistemati in maniera tale da ospitare decine e decine di commensali. La tradizione si rinnova anche nella giornata di Capodanno, caratterizzata in città dall’appuntamento ospitato nel teatro Pergolesi.

Tutto ebbe inizio nei primi anni 70

Il concerto che la Banda musicale cittadina, intitolata al grande compositore jesino Giovanni Battista Pergolesi offre a Capodanno, risale all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso. Molti sono a conoscenza delle vicende che portarono all’organizzazione di una manifestazione musicale di questo tipo; per quanti non le conoscessero ecco che le raccontiamo. Prima, però, bisogna fare un passo indietro di quasi due secoli. Era infatti il 1843 quando in città si formò il primo complesso musicale al quale fu dato il nome “I Trombini” perché composto esclusivamente da trombe; nel 1855 si forma la vera banda, quella completa di strumenti ad ancia, percussioni, ecc. A queste date si aggiunge il 1833 quando in un documento custodito nell’archivio di Stato di Ancona si vede l’immagine di un suonatore della banda musica di Jesi con in mano un fagotto.

Il periodo d’oro del Maestro Coli

Ma torniamo a parlare del concerto di Capodanno e della sua origine. Dopo un periodo d’oro che nel 1924 ha visto la banda cittadina primeggiare a livello nazionale come complesso formato soltanto da musicanti operai (si classificò all’ottavo posto in un concorso musicale a Venezia che vide la partecipazione di 24 complessi) e dopo il prestigioso periodo guidato dallo storico Maestro Coli, la banca cittadina cadde in un periodo triste. Eravamo nella seconda metà degli anni ’60 del secolo scorso quando un vero appassionato delle sette note, pur non avendo i requisiti per dirigere un gruppo di suonatori, con tenacia e passione decise di ricostituirla.

“Chissà se va”

Dopo alcuni mesi durante i quali l’organico degli appassionati suonatori è andato via via aumentando, finalmente, il 1° gennaio 1972, la “Banda Musicale G. B. Pergolesi” si presenta al pubblico con in suo primo “Concerto di capodanno”, diretto da colui che fece rinascere la passione per la musica, vale a dire Carlo Scarpati. Il pomeriggio musicale si aprì con uno dei brani più famosi eseguiti da Raffaella Carrà, la sigla di una trasmissione televisiva del 1971: “Chissà se va”, una scelta che a molti sembrò una sfida sulla durata della banda cittadina; sfida che ancora oggi vede i cultori della musica strumentale fortemente impegnati a regalare al pubblico ritmi e melodie note e meno note, ma sempre piacevoli.

Dopo l’esperienza del M° Scarpati lo scettro del comando musicale è passato ad un altro grande direttore della musica bandistica, il M° Mauro Porfiri. Oggi la banda è diretta dal M° Andrea Greganti che per il concerto di domani, 1° gennaio 2020, ha voluto intitolare la serata “Oltre i confini – La musica costruisce ponti e abbatte muri”. Il concerto di Capodanno è alle ore 18, sarà eseguito in collaborazione con l’Associazione Musicale Banda Cittadina di Morro d’Alba. Come di consueto l’accesso al teatro non prevede l’acquisto di alcun biglietto, l’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

Sedulio Brazzini

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