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Cronaca

JESI Coronavirus: caccia alle mascherine, farmacie a secco

«Otto clienti su dieci ce l’hanno richiesta ma sono terminate e non è possibile rifornirsi, mancano le scorte»

JESI, 1 febbraio 2020Coronavirus, virus cinese, polmonite cinese: uno degli effetti più immediati, nelle ultime ore, è stata la corsa alle mascherine.

Con il risultato che anche a Jesi sono divenute introvabili in farmacia.

Sale la domanda e cala l’offerta tanto che, legge del mercato, in alcuni casi i costi del prodotto nelle vendite on line è quasi raddoppiato. E il maggior produttore al mondo è proprio la Cina.

«La situazione – spiegano alla Farmacia Martini – è seria ma non allarmante. Le persone chiedono le mascherine, le abbiamo vendute in un attimo, difficile trovarle».

Come pure i disinfettanti per le mani perchè la raccomandazione è quella di «osservare la massima igiene, lavandosi le mani, normale precauzione quando si registrano casi influenzali, ancora di più in questa situazione».

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Istituto nazionale malattie infettive "Spallanzani" di Roma

Precauzioni che sono le stesse che si adottano per evitare le infezioni trasmesse per via respiratoria, come l’influenza. Lavarsi frequentemente le mani strofinandole bene con soluzioni alcoliche o acqua e sapone, non toccarsi il volto se sono sporche, starnutire coprendosi naso e bocca nell’incavo del braccio o con fazzoletti usa e getta. E, in questo caso, non mangiare carne e prodotti animali crudi o poco cotti.

Nonostante gli inviti alla calma c’è di che essere preoccupati – è stato dichiarato, per la prima volta, lo stato di emergenza per rischi sanitari per la durata di sei mesi – dopo i due casi conclamati anche in Italia, a Roma, dove sono stati ricoverati due coniugi cinesi all’istituto nazionale per le malattie infettive “Spallanzani”  e in 32 sono sotto osservazione.

Ma se va bene prendere precauzioni occorre farlo con giudizio e senza perdere il lume della ragione, in ogni ambito – senza discriminare i cinesi – come raccomandano gli esperti, non solo sanitari.

Anche perché le mascherine, meglio quelle con la valvola, servono a chi ha in atto sintomi – che si manifestano da 2 a 14 giorni dopo il contagio -, quindi per proteggere gli altri più che se stessi, visto che la trasmissione del virus avviene tra persone a stretto contatto.

«È da qualche giorno – dicono alla Farmacia Moretti – che la richiesta di mascherine è aumentata. Da questa mattina (ieri, ndr), poi, in modo esponenziale: 8 clienti su 10 ce l’hanno richiesta ma le abbiamo ormai terminate».

E, almeno sino ad ora, senza possibilità di rifornimenti: «Tutti i depositi le danno mancanti, non sappiamo più a chi rivolgerci».

Stesso problema anche alla Grammercato e alla Farmacia delle Grazie per fotografare una situazione ormai generalizzata in città.

(p.n.)

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