JESI Coronavirus, i locali chiudono: «Con la salute non si scherza»

Cecilia Felcini, del Bar Verdi: «È un sacrificio ma cosa facciamo con i soldi se la salute non ce l’hai?»

JESI, 10 marzo 2020 – Per molti è un sacrificio ma tenere chiuso, almeno qualche giorno, è la soluzione adottata da diversi locali della città.

«Il danno economico ci sarà, siamo sulle spese e avevamo dei progetti ma questo è il momento di essere responsabili – spiega Cecilia Felcini del Bar Verdi, situato nell’omonimo viale, che lavora insieme a Federica e Michela -. Staremo chiuse anche per capire come si evolve la situazione. Nei giorni scorsi avevamo messo dei distanziometri sui pavimenti, ci eravamo dotate di igienizzante per le mani, cartelli esplicativi ma il gioco non vale la candela, meglio non rischiare».

La riapertura quando la situzione rientrerà nella normalità: «Ho un bambino piccolo a casa, anziani con problemi, insomma non si scherza – continua -. Tra l’altro la città è deserta: per 100 euro meglio non azzardare. È un sacrificio ma cosa facciamo con i soldi se la salute non ce l’hai?».

Diversi i locali anche nel centro città che hanno fatto una scelta di responsabilità: chiusi anche il Bar Centrale, il Man Cave Café, la Birreria Sant’Agostino, La Picca, il bar Mancini, Hemingway Cafè.

Il Caffè Imperiale ha chiuso i battenti nel pomeriggio: «Poca gente, pochissima, inutile tenere aperto. E poi quando c’è di mezzo la salute non si scherza».

«Ci sentiamo in dovere di prendere un’iniziativa che tuteli i nostri clienti nonché i nostri dipendenti» spiegano molti commercianti. Ha preso la medesima decisione ormai da una settimana anche il ristorante Asia in viale della Vittoria, che riaprirà lunedì: «Nel rispetto dei nostri collaboratori, ma in primo piano a tutela della nostra clientela, come forma precauzionale. Con il nostro piccolo contributo, ci auguriamo che questo periodo di difficoltà passi al più presto».

Altre attività di ristorazione e bar stanno valutando il da farsi.

(e.d.)

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