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Cronaca

JESI Coronavirus: il silenzio della città, le foto di Adriana Argalia

Jesi vuota da far pena ma anche piena di promesse di “ritornerò”

JESI, 16 marzo 2020 – Pochi giorni fa la fotografa Adriana Argalia aveva presentato, a Palazzo Bisaccioni, una sua mostra, con foto che raccontavano Jesi nascosta sotto una coltre bianca di neve.

Una diversa prospettiva, in sostanza, un modo inusuale di vedere la città che vive un’altra vita sotto ai fiocchi che la ricoprono.

È una città silente, e il silenzio ovattato della neve fa pensare ad una solitudine causata, procurata, se volete anche divertente per i ragazzi che preparano le palle di neve per tirarle a raffica sulle loro amiche.

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La mostra, nella sua prima settimana di … vita, è andata benissimo. Poi è arrivato lui, il virus.  Ora le foto sono lì, nelle sale di Palazzo Bisaccioni, tutto è chiuso e chissà se, passata la tempesta, si udranno augelli far festa. Però Adriana non demorde e ha pensato a una prospettiva ancora diversa.

Jesi “costretta” a vivere il silenzio, Jesi ai tempi del coronavirus.

Ha girato la città, ne ha colto i momenti più intimi ma anche universali, come ogni cuore sa essere, attimi in cui solo le mura, le piazze, i muri delle case, le finestre, gli archi, parlano, rimbalzando sulla strada le ciaccole della gente che da giorni non le frequenta con la stessa assiduità.

Vuota da provare una gran pena ma piena di promesse, di ritornerò, sembrano sussurrarlo quegli angoli che non conoscevamo così bene, quelle prospettive insolite ed eleganti, perché magari ci fuggivano dagli occhi per la fretta. 

Dicevamo, con Adriana, che un titolo a questa mostra che arriva on line a tutti, ma proprio tutti, rimbalzando dal nostro giornale, potrebbe essere “Il silenzio della città, così, secco. 

Ma è un silenzio temporaneo, ragazzi, Jesi ha cominciato a parlare addirittura prima che fosse fondata Roma, secondo quanti  affermano fosse un villaggio sorto prima della Capitale.

Questa storia è una leggenda, ma il silenzio che si sente … scalpitare da dietro le foto come se volesse riprendersi la vita, quello è vero.

Giovanni Filosa

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

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