Cronaca
JESI Coronavirus: la grande chiusura, #iorestoacasa (foto)
11 Marzo 2020
Riaperture diluite nel tempo, saracinesche abbassate già da ieri: l’immagine di una città diversa
JESI, 11 marzo 2020 – Non servono tante parole per descrivere la situazione di emergenza sanitaria causata dal coronavirus: ognuno di noi la sta vivendo tutti i giorni, ogni ora, ogni minuto.
Per i dettagli relativi alle misure urgenti di contenimento del contagio da Covid-19 vi rimandiamo alle linee guida (Regione Marche_circolare esplicativa 11 marzo 2020_COVID-19) diffuse in mattinata dalla Regione Marche.
Quel che resta sono le chiusure a catena che erano iniziate già da ieri di tanti locali commerciali della nostra città – quelli aperti fanno mantenere le distanze di almeno un metro, contingentando le entrate – dove eravamo abituati a prendere un caffè o un cappuccino, a comprare capi d’abbigliamento, a scambiare quattro chiacchiere con gli amici.
La grande chiusura con tempi di riapertura diversi: chi lo farà sabato 14 marzo, chi martedì 17, chi a data ancora da definire, chi prolungherà sino al 3 aprile. Ma con il convincimento che Ripartiremo più forti di prima, come recita il foglio sulla vetrina di una boutique (chiusa) del centro dal nome emblematico, Rinascimento (foto in primo piano).
Siamo in guerra, una guerra feroce infarcita da bollettini quotidiani sul numero di tamponi positivi, decessi, ospedali sulla via del collasso, e anche tante parole inutili.
Giorni che richiedono impegno, grande abnegazione di chi opera in prima linea, determinazione e senso di responsabilità. Nel saper fare, tutti insieme, le cose giuste.
Stamattina Jesi, sotto il sole, era un’altra Jesi. Un mercoledì di mercato praticamente senza mercato, bancarelle che si contavano sulle dita di una mano, qualche piccola fila esterna alla banca o in farmacia. Una città che si confronta anch’essa con la paura e con la consapevolezza di mettere in atto comportamenti personali necessari per non darla vinta al nemico.
In aumento, tra i non molti – rispetto alla normalità – che incontri per strada, quelli con la mascherina al viso, ma c’è anche chi si adatta con foulard e sciarpe a coprire le vie respiratorie. E supermercati che non sono stati presi d’assalto.
Giorni durissimi dai quale se ne esce – come ci diciamo tutti – solo insieme. Augurandoci che questa prova, fatale per molti, troppi, alla fine, ci insegni qualcosa.
Pino Nardella
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