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Cronaca

JESI Coronavirus, Luca Butini: «Ordinanza della Regione esagerata»

Il vice sindaco e medico molto critico: «Per tanti settori un’ecatombe, dal punto di vista economico, innescata per nulla»

JESI, 26 febbraio 2020 – «L’ordinanza della Regione è esagerata anche dal punto di vista medico». Non ha dubbi Luca Butini, vice sindaco di Jesi e medico, sull’ordinanza che dispone diverse limitazioni dallo stop alle manifestazioni pubbliche, compresa la chiusura dei luoghi di cultura, e il fermo alla frequenza delle attività scolastiche e universitarie.

Luca Butini e Lucia Chiatti

Luca Butini e l’Ad della Fondazione Pergolesi Spontini Lucia Chiatti

«Oltre al fatto che una decisione presa alle 19 di sera mette in crisi le famiglie – prosegue Butini -, fa temere scenari tragici. Vengo da una riunione di Marche Spettacolo che deve fare i conti con decine di spettacoli annullati: un indotto messo in crisi, un’ecatombe dal punto di vista economico innescata per nulla. Il caso marchigiano riguarda una persona che, provenendo da una delle aree del focolaio, ha giustamente effettuato dei controlli». La Fondazione Pergolesi Spontini ha sospeso gli spettacoli, come pure l’Atgtp che ne aveva in programma anche con le scuole.

«Il blocco sociale della comunità nazionale che rischia di innescarsi sarà peggio della malattia – prosegue il vice sindaco -. Un blocco sovradimensionato per la nostra regione, che rispetto ad altre vive decisamente un’altra situazione, e che avrà conseguenze a catena su tantissimi fronti con benefici che non sono evidenti. La nostra società sta mostrando una fragilità emotiva che, forse non pensava di avere: non capisco questa necessità di avere e dare informazioni subito con il rischio magari che non siano verificate».

Il Tribunale per i diritti del Malato, tramite una nota stampa, chiede di installare una tenda da campo al pronto soccorso dell’ospedale per circoscrivere le situazioni di emergenza: «La tenda al triage per chi arriva con un sospetto caso di malattia infettiva si fa se veramente vi sono casi del genere ma là fuori non c’è niente – prosegue -. Quando è il panico a dettare le parole si dicono e scrivono queste cose. Per essere informati sulle cose occorre chiedere agli esperti».

(e.d.)

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