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Cronaca

JESI Covid-19, Clementi: «Lo screening è strumento utile»

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Dopo la tre giorni al Palasport il virogolo spiega che è prezioso per individuare gli asintomatici ma lascia una certa quota di falsi negativi a bassissima carica

JESI, 21 gennaio 2021 – Tanta gente nel Palazzetto dello Sport di Jesi fra sabato, domenica e lunedì. Tutti per “giocare”, visto che eravamo (anche il sottoscritto) in un impianto sportivo, la carta dello screening.

Un “successo”, chiamiamolo così, perché vuol dire che si crede nella scienza e negli studiosi, cui ha fatto da “plus” una organizzazione assolutamente perfetta.

Abbiamo sentito il virologo professor Massimo Clementi sulla validità dei tamponi antigenici di massa e sulla necessità del vaccino dal punto di vista scientifico.

E’ servito lo screening dei giorni scorsi, fortemente voluto dalla Regione Marche, che ha toccato, nella Vallesina e centri limitrofi, migliaia di persone che si sono sottoposte a test antigenico rapido, accolte al Palazzetto dello Sport di Jesi per essere testati?

«Serve, certo che serve, soprattutto per gli asintomatici. Le persone che hanno sintomi o riferiscono di aver avuto un contatto con una persona, è chiaro che hanno poco bisogno di una rete gettata, così, non mirata, per individuare questa infezione. Ci sono state voci contrastanti, soprattutto sul fatto che per questo screening non è stato utilizzato, ovviamente, un test molecolare ma un test antigenico. Questi test sono molto più rapidi, molto meno costosi – e questo è importante – quindi adatti a essere utilizzati su strategie di massa come questa ma lasciano una certa quota di falsi negativi. Che sarebbero persone che hanno un’infezione con bassissima carica, che non vengono rilevati dal test antigenico, ma lo sarebbero dal test molecolare, sicuramente più sensibile. Però dobbiamo dire che queste persone pesano poco nell’ambito della diffusione dell’infezione, proprio perché nella loro orofaringe c’è poco virus. Quindi il test antigenico serve, applicato allo screening serve a identificare quanti, in maniera asintomatica, circolano fra la popolazione».

Massimo Clementi

Vaccini. E’ un momento di transizione, Pfizer è sotto accusa perché mancano le dosi richieste e programmate…

«La Pfizer dice che sta ristrutturando le sue attrezzature affinché si possa produrre un vaccino anche in numero maggiore di quanto se ne produceva fino a ieri. Non credo sia una cosa non vera. Altri dicono che c’è stato un forte richiamo di vaccini proprio in questi giorni dell’insediamento del presidente Biden negli Usa, che ha promesso di vaccinare cento milioni di americani e starebbe richiamando tutte le aziende che hanno base negli Usa, per fornire prima gli Stati Uniti e poi gli altri. [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”291936″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

Ovvio che non sono in grado di dire se tale affermazione sia reale o meno, perché sarebbe una motivazione più politica che tecnica. Fatto sta che noi dobbiamo accelerare sia per chi ha già fatto il vaccino e deve fare il richiamo, sia per tutti gli altri che attendono il proprio turno. Le varianti? Tranne quella brasiliana di cui ancora non si conoscono dati definitivi, sono tutte coperte dalla risposta immune del vaccino. Quindi si può stare tranquilli, da quel punto di vista».

Giovanni Filosa

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