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Cronaca

JESI Covid-19, i numeri dell’allerta contagi

Situazione preoccupante determinata anche dalle varianti del virus, 313 i positivi e 718 quarantene: la pressione sull’ospedale “Carlo Urbani”

JESI, 13 febbraio 2021 – L’evolversi della situazione pandemica cittadina determinata dal Covid sotto stretta osservazione, tanto che proprio una nota del Comune l’ha definita di un livello mai raggiunto in passato.

«Le criticità presenti, ancorché note, sono ben più complesse e gravi di come potevano essere immaginate, con una preoccupante evoluzione del virus verosimilmente causata dalle varianti che ne hanno moltiplicato in maniera esponenziale il contagio», fanno sapere da Piazza Indipendenza al termine dell’incontro on line di ieri del sindaco Massimo Bacci e dell’assessore alla sanità Marialuisa Quaglieri con i vertici regionali e i rappresentanti dell’Asur, alla presenza anche del presidente Francesco Acquaroli e dell’assessore regionale Filippo Saltamartini.

I numeri, che sono quelli che alla fine contano, secondo i dati forniti dalla piattaforma regionale nella giornata di oggi, 13 febbraio, per Jesi raccontano di 313 positivi e 718 quarantene, in diminuzione rispetto a ieri (333 e 783)

Per quanto attiene l’ospedale “Carlo Urbani, che molti si illudevano, a suo tempo, sarebbe rimasto fuori da una eventuale seconda ondata – e reiterate sono state anche le prese di posizione in merito del sindaco Bacci – dopo l’enorme peso sopportato durante la prima come ospedale Covid, i numeri di 24 ore fa, forniti dal Servizio Sanità regionale, si attestano in 9 ricoverati in terapia intensiva, 12 nei reparti semi intensivi, 50 nei non intensivi. Al pronto soccorso 8 mentre quelli nella struttura sanitaria privata di Villa Serena sono 18. Numeri, ovviamente, suscettibili di variazioni. E che, comunque, pesano.

Nell’ultimo Consiglio comunale del 4 febbraio scorso durante le preoccupate comunicazioni in merito del Sindaco, anche la consigliera azzurra Silvia Gregori aveva sottolineato come «l’accoglienza del “Carlo Urbani” nei confronti dei ricoverati covid da fuori territorio non deve diventare una costante, perché a rimetterci sono gli utenti che hanno bisogno dell’ospedale per servizi non covid. Finora si è operato in maniera eccellente ma con l’arrivo di una possibile terza ondata dobbiamo mantenere l’attenzione alta perché la città di Jesi non si può permettere e non deve accettare numeri come quelli della prima».

(p.n.)

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