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JESI Dal terremoto alla pandemia: la doppia ricostruzione delle Marche

Daniele Salvi protagonista di una conferenza su Zoom organizzata dalla Fondazione Federico II Hohenstaufen

JESI, 17 marzo 2021 – Chissà se il grande astrologo Michele Scoto predisse al suo imperatore Federico II che molti secoli dopo la Sua Corte sarebbe approdata su un computer e dialogato su una piattaforma virtuale?

Dopo il terzo rinvio e pur nella convinzione che l’ancora di salvataggio offerta dalla tecnologia sottragga efficacia e atmosfere alla presenza, ci si è dovuti piegare alla pericolosa alternativa di cadere nell’oblio. Così  sabato 13 marzo su piattaforma Zoom è avvenuta la presentazione del saggio di Daniele Salvi  “La Post Regione. Le Marche della doppia ricostruzione” a cura della Fondazione Federico II Hohenstaufen di Jesi.

E a chi si chieda il perché  di un’iniziativa che abbia come protagonista la nostra Regione e non il grande svevo di cui si occupa la Fondazione, va precisato che in virtù di un articolo del suo Statuto l’ente è abilitato a organizzare iniziative idonee a innescare flussi turistici nazionali e internazionali sul territorio. E realizzazione concreta di questa finalità si è attuata con il Progetto “Federico II e le Marche nel Medioevo. Percorsi svevi da scoprire” partito nel 2019 su finanziamento della Regione Marche con il Comune di Jesi capofila. E’ sembrata la miglior maniera di arricchire gli strumenti a disposizione per raggiungere gli obiettivi di dotare i Comuni colpiti dal sisma e come se non bastasse dalla successiva pandemia, di presentare il saggio di Salvi, nell’ulteriore tentativo di innescare reti. Il compito di condurre l’incontro è stato affidato a Raffaella Scortichini, referente della Theta Edizioni. 

La Theta Edizioni è una realtà editoriale che da 10 anni con i suoi prodotti si impegna a valorizzare il  territorio marchigiano. Il prodotto principale è rappresentato dalla rivista Why Marche, bimestrale che si trova in edicola, sul web e su app mobile. Ogni anno dal 2016 esce con uno speciale dedicato ad approfondimenti mono tematici di natura turistico culturale. Dopo gli speciali Musei e paesaggi culturali e Itinerari della bellezza nella provincia di Pesaro Urbino (quest’anno alla sua quarta edizione) l’ultima realizzazione è proprio  Federico II e Marche nel medioevo percorsi Svevi da scoprire”, una delle azioni ipotizzate all’interno dello sviluppo del progetto

Un’opera a forte declinazione territoriale che privilegia l’area colpita dal sisma 2016 e abbraccia 20 Comuni che condividono un’eredità immateriale, un patrimonio intangibile sul quale si fonda l’identità culturale del territorio. Raffaella ha dato l’avvio presentando l’autore Daniele Salvi. Classe 1969 è laureato in filosofia all’Università degli Studi di Perugia, è stato consigliere e assessore alla formazione, al lavoro e alle attività produttive della provincia di Macerata e componente del nucleo di valutazione dell’università degli studi di Camerino. Fa parte del comitato scientifico “Città e territori” dell’Istao di Ancona.

È stato dal 2015 al 2020 capo di Gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale delle Marche. Il suo libro La Post Regione (edito da Il lavoro editoriale a settembre 2020) è una sorta di diario di bordo della sua esperienza istituzionale presso il Consiglio regionale nel quale egli ha riportato una serie di scritti (ben 67) molto variegati nelle tematiche ma legati ad un arco temporale ben preciso, 2015-2020, in cui si collocano due eventi epocali: il sisma 2016/2017 e la pandemia.

L’ obiettivo è aprire una riflessione sulle Marche e così dare forza ad un progetto di “doppia ricostruzione”. Tra i più salienti punti toccati: l’Appennino, aree interne e patrimonio culturale; manifattura e infrastrutture; città, luoghi, personaggi e vicende storiche. Il tutto su uno sfondo segnato dal sisma e dalla pandemia, ma anche di passione, riflessioni, pensieri e proposte per le Marche. Estrapolando le  tematiche ritenute più stimolanti la conduttrice ha interrogato  l’autore.

Andando  indietro nel tempo e immaginando la vita e il territorio marchigiano durante il lontano Medioevo. Scavando all’interno di questa nostra medievalità, alla ricerca del senso di comunità. Rocche e castelli, abbazie ed eremi disseminati su tutto il territorio marchigiano come simbolo di questa regione e del suo strategico turismo religioso ma non solo. La “coscienza dei luoghi” (uno dei tanti scritti), che porta a conoscere il legame tra manifattura e cultura. Emblematico l’esempio di Santa Croce al Chienti (foto in primo piano) e la “Domus calzorium

Il dipinto enigmatico attribuito al Simonetti, la scacchiera di San Zenone o la storia della chiesetta della Madonna del Sasso a San Martino, esempi di dispersione del patrimonio sul territorio. Si è risaliti agli eventi sismici catastrofici a partire dall’anno 801 d.C. e poi nel 1259. 

Un esempio di donna simbolo del ricominciare: Elisabetta Malatesta Varano, una delle donne più interessanti del Quattrocento italiano è stata presa ad esempio di donna simbolo del ricominciare. Un video dal titolo “Il carattere dei marchigiani per un’antropologia del sisma” con la voce di Luca Violini ha costituito la base per affrontare questo argomento di notevole importanza. Per concludere tre parole chiave: montagna, patrimonio culturale, borghi. La nuova centralità della montagna, il ruolo rivestito dal patrimonio culturale per la ricostruzione delle comunità distrutte, tornare ai borghi. 

Quali idee? Recupero e valorizzazione dei borghi rurali, l’esempio di Montalto di Cessapalombo e Col di Pietra tra rocche e castelli. Quali strumenti per la ricostruzione sostenibile?

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