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Cronaca

JESI Dalla Sima alla Caterpillar, storia di aziende leader del territorio

Tullio Bugari, autore de “La Simeide – Una lotta vincente”, racconta analogie e differenze tra il passato e il presente

JESI, 16 dicembre 2021 – Il romanzo storico “La Simeide – Una lotta vincente”, è l’occasione per parlare con l’autore, Tullio Bugari, di analogie e differenze tra la crisi di oggi, che ha le fattezze della Caterpillar, e quella degli anni Settanta, protagonista la Sima.

Tullio Bugari

Quali sono i punti in comune e le difformità tra ieri e oggi?

«La prima differenza è l’assetto della proprietà dell’azienda: la storia della Sima inizia più di 40 anni fa. All’epoca c’era il consiglio di fabbrica il cui slogan era “Invece di mandare via gli operai, mandiamo via il padrone”. La proprietà, questo è il punto, era ben identificabile: la lotta che fecero durò 12 anni e portò prima un assetto intermedio e poi all’attuale Caterpillar. Oggi la proprietà dell’azienda non è più così ben identificabile».

Altre differenze?

«È’ cambiato il contesto politico e la consapevolezza della comunità locale è diversa. I commercianti del Corso, quando scioperava la Sima, abbassavano le serrande. Sono cambiate anche le forme di lotta: gli operai della Sima erano molto determinati, simbolicamente occupavano spesso il Consiglio comunale, i Ministri erano presenti, dalla Regione venivano qui. Si occupavano le strade e i binari e c’erano anche il sindaco e gli assessori: i treni saranno stati fermati almeno venti volte, mai c’è stato un incidente. Giordano Mancinelli all’epoca era il presidente del Consiglio di fabbrica, erano molto determinati e facevano alleanze con la politica, per non restare mai soli».

I motivi delle due crisi?

«Per certi versi si somigliano. La proprietà della Sima non era diretta della Fiat: Vittorio Valletta aveva regalato al nipote, il marchese Fantaguzzi, il pacchetto di maggioranza. Fu così che entrò nell’orbita Fiat. All’epoca la proprietà aveva distratto alcuni miliardi di lire dall’azienda da investire in una scuderia e in un’azienda in Brasile: una manovra che gli operai avevano saputo e che quando arrivò il commissario straordinario fu confermata. In termini di dinamiche legate al capitalismo, questo sistema non è cambiato. L’imprenditoria locale dell’epoca non si mosse e cominciò un circo di imprenditori interessati. Hanno sempre prodotto cilindri oleodinamici».

Cosa avevano ottenuto gli operai?

«Un tavolo permanente, che incalzavano continuamente, al Ministero, e poi arrivò un imprenditore serio che si mostrò davvero interessato a mantenere la produzione a Jesi. Credo che oggi si siano indeboliti anche strumenti come la cassa integrazione e le mobilità, un tempo c’era una distanza minore tra i vertici di un’azienda e gli operai».

La Simeide descrive minuziosamente più di 12 anni di lotta ininterrotta e comune, accompagnata da cortei, occupazione dei binari della linea ferroviaria, partecipazione attiva della città, degli studenti, i consigli di fabbrica, risultata alla fine vincente, anche se con non poche difficoltà.

Eleonora Dottori

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