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Jesi Dedicata a Gian Franco Berti la mostra alla Charing Cross Library di Londra

Fondatore e presidente del Centro studi “Piero Calamandrei” scomparso lo scorso novembre, l’evento curato dal giornalista e scrittore Alfio Bernabei, londinese di adozione

Jesi, 14 febbraio 2023 – Il nome di Gian Franco Berti che fu fondatore e presidente del Centro Studi Piero Calamandrei a Jesi è arrivato a Londra a due passi da Trafalgar Square.

Sono poche righe su un manifesto ma il nome è arrivato nella capitale del Regno Unito nel contesto di una mostra a lui dedicata che gli sarebbe piaciuta in quanto la vide nascere.

Morto nel novembre dello scorso anno, fu Berti, insieme al suo braccio destro, Sergio Cerioni, che nel 2010 accettò la proposta del giornalista e scrittore Alfio Bernabei, londinese di adozione, di presentare a Jesi la mostra intitolata “Esilio e tragedia nella Little Italy di Londra.”

Era composta da foto e documenti che Bernabei aveva raccolto nel corso delle sue ricerche per il suo documentario per la televisione inglese Channel 4 “Dangerous Characters” e per il suo libro “Esuli ed emigrati italiani nel Regno Unito 1920-1940” (Mursia).

Illustravano la storia dell’emigrazione italiana nel Regno Unito a partire dalla prima metà del XIX secolo, con enfasi sugli esiliati politici come Giuseppe Mazzini, per passare agli anni bui quando la comunità italiana si trovò sotto il controllo della sede del partito fascista a Londra, finendo con la tragedia dell’Arandora Star.

Questa avvenne a seguito della dichiarazione di guerra di Mussolini al Regno Unito del 1940 quando migliaia di italiani ritenuti caratteri pericolosi furono internati e oltre settecento furono imbarcati a Liverpool su una nave diretta in Canada. Non ci arrivò mai. Fu affondata da un sottomarino tedesco. I civili italiani morti furono 476.

Presentata nel Palazzo della Signoria come accompagnamento al dramma sulla stessa tragedia scritto da Bernabei, Il sarto in fondo al mare messo in scena al Teatro Moriconi dalla Compagnia Teatro Luce-Res Humanae con la regia di Paolo Pirani, la mostra fu in seguito riproposta a intervalli a Londra e dopo una tournée in Scozia ora è stata rimontata a due passi da Trafalgar Square.

Sylvia and Silvio at Charing Cross Library Anpi pix
Sylvia and Silvio at Charing Cross Library

Ed ecco che sul poster all’entrata appare il nome di Gian Franco Berti. E’ Bernabei che spiega come è successo.

«Mi è sembrato giusto fargli una dedica. Se non fosse stato per Gian Franco che per primo fiutò l’importanza di contenuti mai prima presentati in Italia, questa mostra non sarebbe mai venuta alla luce. Si innamorò dell’idea e trovò in Sergio Cerioni la persona giusta per occuparsi della prima installazione a Jesi. Ci lavorarono con immensa cura».

Bernabei spiega che si trattò del classico seme che produce un raccolto nel corso di molti anni.

«Dall’Italia la mostra tornò a Londra e col metodo del collage che mi permetteva di ampliarla la rimontai in diversi luoghi ponendo l’enfasi ora su particolari episodi come l’internamento, ora su particolari individui come l’antifascista Decio Anzani che fu una delle vittime dell’Arandora Star. In quest’ultima versione appena inaugurata mi focalizzo sulla coppia formata dalla suffragetta Sylvia Pankhurst e dal suo compagno, il giornalista Silvio Corio, che organizzarono campagne di protesta contro l’invasione italiana dell’Etiopia e si prodigarono per salvare dall’internamento antifascisti che erano stati arrestati per sbaglio dalla polizia inglese».

E’ sotto questo titolo, Sylvia and Silvio’che la mostra è ora allestita nella Charing Cross Library di Westminster.  

«Dopo aver saputo con grande tristezza della scomparsa di Gian Franco ho deciso di aggiungere a piè pagina del pannello introduttivo il suo nome come presidente del Centro Studi Piero Calamandrei come ricordo e anche come ringraziamento. Sono tra quelli che lo ammirarono come personaggio che sapeva dare ispirazione e incoraggiamento a nuove idee, totalmente dedicato a tenere alto il significato della Resistenza negli sviluppi della cultura italiana».

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