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Cronaca

JESI IL DEGRADO, BENI PUBBLICI ABBANDONATI: TANTI PROGETTI RIMASTI NEL CASSETTO

JESI, 19 gennaio 2017 – All’interno del parco della Magione ed in via Mario Lenti due classici esempi di beni pubblici abbandonati da anni, anzi no, da decenni attendono  che qualcuno decida cosa farne. Quando entrambe le costruzioni smisero di essere destinate al servizio per le quali erano state costruite gli amministratori dell’epoca hanno progettato decine e decine di riutilizzi, in particolare si ipotizzava una destinazione sociale degli immobili. Invece …. gli anni e i decenni sono passati, le strutture sono andate via via deteriorandosi al punto tale che in un caso il capannone che faceva parte del complesso è crollato e la palazzina sta rischiando di fare la stessa fine.

Stiamo parlando della palazzina che un tempo ospitava la stazione radio dell’aereonautica militare che un tempo era reperibile in via Verziere ed oggi opportunamente recintata all’interno del parco della Magione. Questa struttura fu ceduta al Comune in cambio di altri immobili residenziali, regolarmente assegnati allo Stato. Si pensava di destinarla a luogo d’incontro per gli abitanti della zona e non solo; c’era chi vedeva bene in quell’immobile questo  o quel servizio pubblico. Considerato che l’ex stazione radio si trovava al centro di un’area verde recintata e dunque sicura sotto il profilo dei pericoli del traffico, c’era chi non vedeva male destinare l’intero complesso ai bambini per i loro giochi all’aria aperta. I “ci faremo”  sono stati tanti, ma nel frattempo il complesso dapprima ha perso il lungo capannone che si sviluppava sul lato sinistro (guardando) della casa/stazione, abbattuto perché soggetto a continui crolli, poi è stata la stessa palazzina a intraprendere quella strada del declino oggi ben visibile nella parte risparmiata dalla folta vegetazione rampicante.

L’altra struttura, quella che si trova in via Mario Lenti, altro non è che la vecchia sede della direzione della Smia; una grossa costruzione che ben si staglia tra le tantissime abitazioni sorte in quella che un tempo era l’area della Savoia Marchetti. Anche in questo gli amministratori hanno disegnato tantissime soluzione sul reimpiego del fabbricato ma, a distanza di decenni, nulla è stato fatto con le conseguenze che tutti potete immaginare. Tutti gli accessi, con esclusione di quello principale, sono stati murati, delle finestre sono rimasto i segni, considerato che non esistono più vetri o altro; il balcone che si affaccia lungo una delle strade laterali non solo denuncia la mancata  manutenzione protrattasi nel tempo mostrando ai passanti le strutture metalliche, ma si sta trasformando in un giardino pensile.

Di fronte a questi due esempi  di grave incuria del bene pubblico viene da chiedersi: chissà se i futuri candidati alla carica di primo cittadino hanno inserito nel loro programma elettorale l’impegno a rimuovere questo immobilismo, salvaguardando due beni pubblici che potrebbero rivelarsi utili per  finalità sociali, non ultima la creazione di alloggi popolari.

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