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Cronaca

JESI E il bel portone di Palazzo Mereghi?

Una saracinesca con rete metallica al posto dell’entrata dell’edificio storico: «Rilasciata una incredibile autorizzazione»

JESI, 21 gennaio 2022 – Il portone di Palazzo Mereghi, su Corso Matteotti, non c’è più. Ad accorgersene è stato l’ex sindaco Vittorio Massaccesi.

«Il palazzo, costruito circa 150 anni fa, è considerato uno dei nostri edifici storico-nobiliari che godono di un valore estetico-urbanistico di indubbia attenzione – spiega Massaccesi -. In virtù dell’insediamento di un locale, il portone ligneo storico è sparito ed è stato sostituito con una saracinesca di rete metallica lucida e fiammante».

Il portone originale

Informandosi, Massaccesi ha scoperto che la parte inferiore del portone era stata tagliata per realizzare uno scivolo: «Sono tre i portoni del palazzo che dovevano essere lignei e in pandant uno con l’altro. La rete metallica con cui è stato sostituito ha niente a che vedere con l’età del palazzo, è indegno».

Il palazzo, ex convento di Sant’Anna, secoli XVII e XIX, viene acquistato dal Marchese Raffaele Mereghi (nel 1863), che nel 1878 affida il progetto di ristrutturazione all’architetto comunale Antonio Mereghi che ne ridesegna la facciata e ricava anche un cortile interno.

«Nessuno si è accorto, oppure è stata rilasciata una incredibile autorizzazione a procedere? Che fine ha fatto il vecchio portone: sperduto o distrutto? Occorre una completa e totale restituzione dell’antico portone, a salvaguardia, onore e sensibilità estetica della città».

A proposito di portoni, Vittorio Massaccesi si è interessato anche a quello di Palazzo Pianetti, delle sale espositive “Betto Tesei”, che affaccia su via XV Settembre.

«Il restauro è in corso – spiega l’ex Sindaco -. Sono stato personalmente a verificare lo stato dei lavori dal restauratore Maurizio Ciaroni di Urbino che sta facendo un lavoro egregio».

Una ristrutturazione importante, economicamente sostenuta proprio da Massaccesi: «Un pezzetto era talmente rovinato che doveva essere sostituito, così ho chiesto di poterlo tenere io perché fa meraviglia vederlo».

Eleonora Dottori

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