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Cronaca

JESI Emergenza: il racconto della consigliera Elezi alla Tv albanese

«In Italia e Albania si sta combattendo lo stesso nemico anche se qui da noi il prezzo pagato nella lotta al virus è molto alto», sull’altra sponda dell’Adriatico sono morte 31 persone

JESI, 3 maggio 2020 – Un confronto tra due Paesi alle sponde opposte del mare Adriatico è andato in onda su Report Tv, emittente albanese, che sul programma Pa Protokoll ha intervistato la consigliera comunale Lindita Elezi, capogruppo della lista di maggioranza Patto x Jesi

Lindita Elezi

Lindita Elezi

La Elezi è intervenuta nell’ambito di una trasmissione sulla situazione dei contagi Covid e dell’invio di un contingente di circa 60 infermieri che la scorsa settimana sono stati destinati ad alcune strutture ospedaliere marchigiane. È stato fatto anche il punto della diffusione dei contagi in Albania che risulta molto contenuta con dati ufficiali che parlano, ad oggi, di 789 positivi, 31 morti e 519 guariti.

«Sono stata contattata dalla giornalista Andeula Ndreu – spiega la consigliera di origini albanesi – per raccontare la situazione che viviamo qui. Mi sono commossa ricordando l’impegno del personale sanitario albanese che ha raggiunto l’Italia per aiutare a fronteggiare l’emergenza in corso. Sono 58 gli infermieri albanesi che lavorano nella nostra regione: non appena sarà possibile, sono già d’accordo con le Asur coinvolte, li andrò a ringraziare personalmente e darò loro il benvenuto. Il gesto dell’Albania nei confronti dell’Italia non è solo un atto di riconoscenza, ma un esempio di grande importanza in un momento cruciale per la vita dell’Europa, il più grande aiuto che da un Paese amico si possa desiderare».

In Italia dal 1992 per motivi di studio, Lindita Elezi è stata poi raggiunta dalla famiglia. Ora è mamma di due ragazzi.

«Le Marche sono una regione che è stata fortemente colpita dal Coronavirus – ha detto -. Non abbiamo un numero preciso di cittadini albanesi contagiati, tenuto conto che ci sono contagiati che hanno sviluppato la malattia in forma lieve e si sono curati a casa. Sappiamo comunque che la comunità albanese nelle Marche è molto alta, da un censimento del 2019 sono quasi 15.900 gli albanesi su quasi 140 mila  stranieri nelle Marche, pari a quasi il 12% (la percentuale di albanesi in tutta Italia è dell’8,4%). La concentrazione più alta è proprio nelle province di Pesaro Urbino e Ancona e questo fa supporre che qualcuno possa aver contratto il virus».

Nel corso dell’intervista, ha parlato del suo impegno con le comunità locali.

«Nelle Marche esistono vari Comitati Italo Albanesi, io stessa sono Presidente onoraria di due Associazioni Italo Albanesi, una a Porto Recanati “Il Ponte della nazione” e una ad Ancona “Benvenuti” che vogliono essere un riferimento per i nostri connazionali. Sarebbe indispensabile un consolato anche nell’area centrale adriatica, come da anni richiesto dallo Stato Albanese, ma ancora non abbiamo risposte. Con lo stesso impegno svolgo la mia attività politica per i cittadini del territorio – per i quali sono un riferimento – rappresentanza che vivo con grande senso di responsabilità».

Ma anche dell’impegno politico.

«Fare politica mi ha aiutato a conoscere il Paese che mi ha ospitato, a capirne la cultura, a integrarmi, mi ha dato gli strumenti per crescere come persona e nel mio rapporto con gli altri. Ogni territorio ha le sue esigenze e le sue caratteristiche e poter mediare con le forze politiche, liberi da ideologie, lo ritengo un modo pragmatico e costruttivo per poter dare risposte ai cittadini. Il mio obiettivo è quello di continuare questo percorso».

Per quanto attiene la prossima Fase 2 «l’Italia – ha spiegato – sta procedendo in maniera molto cauta, con aperture scaglionate delle attività lavorative (riaprono le attività manifatturiere e alcuni uffici, mentre restano chiusi ristoranti, bar, parrucchieri estetiste, teatri, cinema). I cittadini che non lavorano possono riprendere a uscire per attività fisicapasseggiate, per andare a trovare parenti, ma sempre osservando le misure di distanziamento sociale, mettendo le mascherine e motivando le uscite con l’autocertificazione. Questo a partire dal 4 maggio, poi tra 15 giorni si passerà ad altre graduali aperture».

(e.d.)

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