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Jesi Estate 2023? «La più calda registrata a livello globale»

Il punto sul cambiamento climatico con la professoressa Francesca Ventura, jesina, presidente dell’Associazione Italiana di Agrometereologia

Jesi – L’ultima volta che ci siamo incontrati, con la professoressa Francesca Ventura, è stata nell’aprile di un anno fa, se ricordo, per chiacchierare un po’ sull’inverno appena trascorso che io avevo definito, copiando ovviamente, l’inverno del nostro scontento.

Lei mi rispose che sarebbe stato un inverno da ricordare «per una siccità piuttosto seria che ha fatto riaffiorare dal Po relitti della seconda guerra mondiale, e cadere sulla città di Jesi poco più della metà della pioggia che cade mediamente, tenendo a riferimento la media degli ultimi venti anni».

Francesca Ventura, jesina, professore associato presso il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna, presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia (Aiam), membro del comitato esecutivo di Insam, Società internazionale per l’Agrometeorologia, studia fenomeni riguardanti l’agrometeorologia, come bilanci idrici ed energetici delle colture, si occupa di cambiamento climatico, mitigazione ed adattamento.

Già, il cambiamento climatico. Ne ho lette e sentite talmente tante che davvero mi è venuto in mente, come un tarlo, che l’ignoranza e la politica (che spesso si strizzano l’occhio, consapevolmente) andavano inquadrati e spiegati da una persona esperta, da tanti anni, di cambiamento climatico. 

Cosa ci dici, Francesca?

«L’estate astronomica è appena terminata il 22 settembre in concomitanza con San Settimio, ma l’estate meteorologica comprende i mesi di giugno-luglio-agosto, quindi c’è già stato il tempo di fare alcune attente considerazioni».

«Partirei da una visione più globale, affidandomi alle elaborazioni fatte dal Servizio Copernicus Climate Change (C3S), una sezione del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, per conto della Commissione europea. Questo servizio è finanziato dell’UE, e pubblica regolarmente bollettini climatici mensili che riportano i cambiamenti osservati nella temperatura dell’aria a livello globale e altre variabili di interesse meteoclimatico».

«Questo mese, sono usciti anche i punti salienti dell’estate 2023 per l’emisfero Nord, e la temperatura della superficie del mare. Tutti i risultati riportati si basano su analisi generate al computer che utilizzano miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo».

«La stagione giugno-luglio-agosto 2023 è stata la più calda mai registrata a livello globale con un ampio margine, con una temperatura media di 16,77°C, con 0,66°C sopra la media (figura 1). Questo valore potrà sembrare basso, ma si tratta di una media globale, dall’equatore ai poli».

«I record della temperatura globale continuano a crollare nel 2023, con l’agosto più caldo che segue i mesi di luglio e giugno più caldi, portando all’estate boreale più calda nella nostra serie di dati risalente al 1940. L’anno 2023 è attualmente classificato come il secondo più caldo, a soli 0,01°C dietro 2016, ma non è ancora concluso quindi vedremo cosa succederà nei mesi dell’anno rimanenti».

«Nel frattempo, l’oceano in agosto ha registrato, globalmente, sia la temperatura superficiale giornaliera più calda sia il mese più caldo mai registrati. La temperatura dei mari ci interessa perché funge da “bacino di energia” per alimentare gli eventi meteorologici estremi che si verificano normalmente nel passaggio verso la stagione invernale, rendendoli sempre più energetici».

«“Le prove scientifiche sono schiaccianti: continueremo a vedere più eventi meteorologici estremi, più intensi e più frequenti, che influiscono sulla società e sugli ecosistemi, finché non smetteremo di emettere gas serra” (cit. Samantha Burgess, Deputy Director of the Copernicus Climate Change Service (C3S)). In effetti, se guardiamo fuori dall’Italia, l’estate 2023 ha visto precipitazioni superiori alla media su gran parte dell’Europa occidentale e su Grecia e Turchia, con il superamento dei record locali di precipitazioni che hanno portato in alcuni casi a inondazioni».

«Al contrario, l’Islanda, l’arco alpino, la Scandinavia settentrionale, l’Europa centrale, gran parte dell’Asia, il Canada, il Nord America meridionale e gran parte del Sud America hanno sperimentato condizioni più secche rispetto alla media.  Come sono andate le cose vicino casa ce lo dice invece il servizio agrometeorologico regionale Amap: anche qui dalle serie storiche di dati risulta che la temperatura media di agosto 2023, misurata come valore medio regionale di 24,2 °C, è stata superiore 0,6 °C rispetto alla media storica di riferimento 1991-2020. Tutti e tre i mesi estivi sono stati in realtà più caldi del normale».

«Il grafico 2) mostra i dati giornalieri, confrontati con la media, e si evidenziano bene le ondate di calore. Per quel che riguarda invece le precipitazioni il totale da inizio anno (periodo gennaio – agosto 2023) è di 715 mm, valore ben superiore al dato medio di riferimento 1991-2020 (+46 %). In effetti ricordiamo che l’inondazione che ha colpito la Romagna a maggio ha lambito anche la parte nord della nostra regione».

«Riassumendo in due parole la situazione è piuttosto complicata, e caratterizzata da una estrema variabilità. Per quel che riguarda l’agricoltura è ancora presto per fare delle considerazioni solide sulla stagione colturale attuale, ma sicuramente l’alluvione di cui sopra e le ondate di calore successive non fanno ben sperare».

In tutto questo possiamo vedere un lato positivo? 

«Per me la buona notizia è che l’origine del cambiamento climatico è antropica. E’ colpa nostra! Ovvero, noi lo abbiamo fatto e noi lo possiamo disfare! Naturalmente dobbiamo voler intervenire. Il modo giusto per farlo parte dal capire bene la fonte dei gas serra, il cui aumento di concentrazione è indubitabilmente la causa dell’aumento della temperatura dell’atmosfera. E questa è abbastanza ben nota, a livello globale e nazionale». 

«Nella figura 3) si trova un quadro abbastanza completo di quali sono i settori che più emettono gas serra, e quindi di contro di quali sono i settori nei quali è più efficace intervenire. Questo quadro dovrebbe essere il punto di partenza per tutti, nel pubblico e nel privato. Io mi occupo di agricoltura, in questo ambito si può certamente cercare di efficentare il sistema, ma certamente non è il caso di diminuire le produzioni, anzi, poiché la popolazione mondiale è in crescita il cibo resta indubbiamente necessario. In altri settori è più semplice diminuire le emissioni».

«In effetti l’UE fornisce già molte indicazioni ai paesi membri, certamente è necessario recepirli e poi applicarli. E’ anche vero che ciascuno di noi può fare la propria parte, ed è sicuramente un bene, ma un’azione di sistema è molto più efficace».

Credo che dalla disamina della prof Ventura possa soltanto scaturire uno slogan, trito e ritrito ma che la politica, proprio quella, talvolta snobba o addirittura disdegna: uniti si vince. Elementare, giustamente, eppure qualcuno è rimasto all’asilo nido. Ma tanto prima o poi imparerà. Sulla sua carcassa.     

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