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Cronaca

JESI Ex istituto agrario in abbandono: «Pericolo statico e igienico»

Testimonianza del ‘900, sulla facciata sono distinguibili due «targhe» dipinte, dedicate a Ruggero Rosi e Giosuè Carducci

di Eleonora Dottori

JESI, 25 febbraio 2022 – Versa in un evidente stato di degrado l’ex Istituto agrario sito in via dell’Agraria, all’altezza delle prime case del quartiere Colle Paradiso.

Si tratta di un «edificio colonico in evidente stato di degrado che risulta essere stato per
cento anni sede del Regio Istituto Agrario di Jesi (1879-1979) e più recentemente di un
museo etnografico», spiega il consigliere comunale di Jesi in Comune, Samuele Animali.

Al momento, «non si hanno notizie di concrete iniziative da parte della pubblica Amministrazione» spiega il consigliere di opposizione che ha presentato un’interrogazione in merito.

«La Convenzione stipulata tra la scuola e l’Amministrazione nel 1981 – continua Animali – in base alla quale furono messi a disposizione i terreni per la costruzione del nuovo quartiere residenziale, prevedeva espressamente che si lasciasse intatto il complesso degli edifici rurali, allo scopo di costruirvi un museo tecnologico dell’agricoltura e dell’artigianato della media valle dell’Esino».

Il museo era stato aperto al pubblico per alcuni anni ma ad oggi «non si sa dove siano custoditi i suoi beni. Uno dei direttori dell’azienda agraria fu il padre del noto professor Francesco Bonasera Finzi, cittadino benemerito dal ’91, deceduto nel 2008. Sia l’edificio che i beni costituiscono una testimonianza importante del ‘900 jesino dal puto di vista culturale, storico e didattico, per cui sarebbe importante recuperare e valorizzare l’uno e gli altri. Sulla facciata sono ancora distinguibili due «targhe» dipinte, dedicate rispettivamente a Ruggero Rosi e Giosuè Carducci».

Le due targhe

Evidenzia il consigliere Animali: «L’attuale stato di abbandono e di incuria dell’immobile costituisce presumibilmente un pericolo dal punto di vista statico e igenico, oltre che motivo di disdecoro, data la vicinanza con l’ospedale “Urbani”, con una via relativamente trafficata, con un parco pubblico e con un quartiere residenziale. La circostanza è già stata oggetto, negli anni scorsi, di attenzione e segnalazione da parte di cittadini».

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