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JESI Federica Romagnoli: «Le mie foto contro lo stigma»

Jesina, 45 anni, racconta la sua arte: «In realtà sono molto timida, davanti all’obiettivo emerge il mio lato più spregiudicato»

JESI, 30 marzo 2022Immagini sincere che raccontano uno sguardo inquieto, luci e ombre, passionalità e femminilità.

Sono le fotografie di Federica Romagnoli a evocare tutto questo. Jesina, 45 anni, è infermiera di professione ma fotografa per passione.

«Ho fatto un corso di grafica anni fa, poi mi sono appassionata alla fotografia – racconta -. In realtà dal vivo sono una persona timida, ma davanti all’obiettivo viene fuori un’altra mia parte».

Poi la scoperta di una grande fotografa come Francesca Woodman: «Mi piacciono molto i suoi scatti e, ispirata, ho iniziato a fotografarmi. È un bisogno che sento. Oltre a me stessa fotografo anche modelle».

Un motivo intimo più che estetico: «Faccio autoscatto, seguo l’istinto. Ho un disturbo dell’umore e sento il mio corpo come un campo di battaglia. Mi ispirò alle foto dark, alle soubrettes anni ’30, mi piace il vintage, l’estasi di Santa Teresa. Le immagini sacre mi ispirano molto. Il corpo è mio, ascolto un bisogno: sono egoista, diciamo, voglio liberarmi dallo stigma, dai preconcetti».

Fotografa da 20 anni, è stata a Cupramontana con “Orme” insieme a Martina Moretti, altra fotografia jesina, e Fatma Ibrahimi illustratrice, jesina anche lei.

«Parlo dell’eccesso dell’esuberanza e della seguente tristezza sconfinata, il disturbo dell’umore che mi ha incasinato la vita da giovane, un grido di aiuto ma anche un’ammonizione».

«È difficile ma mi piacerebbe essere riconosciuta come artista soprattutto nella mia città, Jesi, dove invece faccio fatica».

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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