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JESI FESTIVAL PERGOLESI SPONTINI, ANTONELLA RUGGIERO IN CONCERTO

Stasera alle 18 al Teatro Pergolesi anche “Popularia Aurea” spettacolo che unisce in un progetto comune il cuore e la mente

JESI, 28 settembre 2019 – Antonella Ruggiero, tra le voci più intense e suggestive del panorama musicale italiano, sarà in concerto al Pergolesi staseraalle ore 21  in duo con il chitarrista agrigentino Francesco Buzzurro, straordinario “uomo orchestra” con cui la cantante genovese condivide una visione della musica priva di confini.

Nel corso della serata i due artisti proporranno alcuni tra i più grandi successi della cantante, ma anche brani della canzone d’autore italiana, dando vita a intrecci sonori resi unici da grande libertà interpretativa e dall’improvvisazione. Il concerto è organizzato dalla Fondazione nell’ambito del XIX Festival Pergolesi Spontini, in programma fino al 29 settembre a Jesi e in Vallesina intorno al tema “Futuro.Infinito”.

Il concerto si apre con “Film Suite”, brano strumentale su musiche di Morricone, Rota, Nyman e Bachalov, e prosegue con “Amore lontanissimo”, la canzone che nel 1998 segnò il ritorno della Ruggiero, come solista, sul palcoscenico del Festival di Sanremo, vincendo il secondo posto. Tra gli assoli di virtuosismo chitarristico, sarà eseguito anche il “Nessun dorma” dalla “Turandot” di Giacomo Puccini.

La serata alterna grandi successi della carriera della Ruggiero con i classici della canzone d’autore, italiani ed internazionali.

Tra le hit più popolari interpretate ai tempi dei Matia Bazar, la Ruggiero propone “Stasera che sera” (A. Stellita, C. Marrale, P. Cassano), la celeberrima “Vacanze romane” (G. Golzi, C. Marrale) Premio della Critica al Festival di Sanremo 1983“Ti sento” (A. Stellita, C. Marrale, S. Cossu), “Cavallo bianco” (A. Stellita, C.Marrale, P.Cassano).

Della carriera solistica, canta “Echi d’infinito” di Kaballà-Venuti terza classificata al Festival di Sanremo 2005.

In scaletta anche “Tornerai”composta nel 1936 da Dino Olivieri con le parole di Nino Rastelli, “Blue Moon / Luna Malinconica” scritta nel 1934 da Richard Rodgers e Lorenz Hart, “Ma se ghe penso” storica canzone in lingua genovese di Mario Cappello e Attilio Margutti, “Caravan” tra i più celebri brani di Duke Ellington, “Alfonsina y el mar” scritta negli anni ‘60 dagli argentini Ariel Ramirez e Felix Luna, “Gracias a la vida” canzone del 1966 di Violeta Parra, “Amapola” del 1924 di Jose Maria Lacalle, e l’intensa “Canzone dell’amore perduto” di Fabrizio De André.

Antonella Ruggiero negli anni ha mostrato la sua curiosità sperimentando diverse forme sonore e artistiche. Dopo il percorso con i Matia Bazar durato quattordici anni e una pausa di sette anni, l’artista ha ripreso la sua attività nel 1996, spaziando dalla musica sacra al jazz, passando per la musica ebraica, portoghese, orientale e della tradizione popolare. Recentemente, ha pubblicato un cofanetto con 6 cd, dal titolo “Quando facevo la cantante”, contenente 115 brani registrati dal 1996 ad oggi, con varie formazioni, dove affronta differenti stili musicali: sessanta di questi brani sono inediti.

Francesco Buzzurro è uno dei più apprezzati e poliedrici chitarristi italiani, votato dalla rivista di settore Musica Jazz come uno dei più talentuosi del panorama internazionale. È stato eletto “Miglior chitarrista Jazz” dalla rivista Guitar Player Magazine, ed è apprezzato in tutto il mondo per il suo approccio “orchestrale” alla chitarra e uno stile trasversale che fonde il mondo classico con il jazz e la musica popolare.

Sempre stasera alle ore 18 al Pergolesi, il XIX Festival Pergolesi Spontini propone il concerto “Popularia Aurea”, in collaborazione e con il contributo di Associazione Circolo Ernesto Nathan Jesi, Collegio Circoscrizionale MM.VV. Marche Grande Oriente d’Italia.

Mauro Bibbò al flauto traverso, Piero Viti alla chitarra, le voci recitanti sono Elettra Zeppi e Patrizio Rispo, regia di Elettra Zeppi. Lo spettacolo, partendo da Bach con un sinuoso percorso artistico fino alla musica moderna unitamente al pensiero filosofico antropocentrico, unisce in un progetto comune il cuore e la mente.

La musica barocca è stata l’ispirazione di un grande musicista Heitor Villa Lobos per comporre le famose “Bachianas”, di cui all’interno del concerto viene eseguita la N° 5 Aria” o “Cantilena”, secondo la denominazione mitteleurpea o sudamericana, che è ispirata proprio all’Aria sulla quarta corda” di J.S.Bach. Villa Lobos ha sviluppato una sorta di musica classica brasiliana, in cui, pur mantenendo la struttura formale e l’atmosfera bachiana, viene instillato al suo interno lo spirito segnatamente sudamericano più popolare ma contemporaneamente molto onirico e più passionale.

A seguire una serie di autori che, come Villa Lobos, hanno intrecciato musica popolare e classica, tanto da portare ad un livello intellettuale delle opere popolari. Bèla Bartòk, porta le “Danze popolari rumene”, Astor Piazzolla ha fatto del tango un’opera intellettuale degna di entrare nelle migliori sale da concerto attraverso La sua “Histoire tango” in cui declina tutto l’iter temporale del tango dimostrando una particolare perizia nella composizione molto ispirata seppur relativamente semplice.

Termina il viaggio nella musica ispirata alla cultura popolare con la “Fantasie brillante sur Carmen” di F.Borne sull’opera “Carmen” di George Bizet che esalta la tecnica musicale. L’ispirazione è l’emblema della forza e della felicità, abbinandovi il pensiero di Gaetano Filangieri che è riuscito a trasmettere il concetto di felicità come bene comune e farlo inserire nella costituzione americana attraverso l’intercessione di Benjamin Franklin. Presenti anche Epicuro con la sua “Lettera sulla felicità a Meneceo”, Giordano Bruno, che a causa della sua teoria sulla presenza in ogni uomo e in ogni essere vivente della “scintilla divina” ha subìto un fatale processo terminato con la sua messa al rogo, e Tommaso Campanella, che ha teorizzato una fantastica “Città del sole” in cui tutti vivono in pace.

Un progetto in cui la musica viaggia tra una serie di simboli musicali e intellettuali, con un’inattesa architettura simbolica sul Tetraktis pitagorico che fa da sfondo a tutta l’azione musicale e scenica.

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