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Jesi “Fillide”: storia di persone che perdono la propria identità

Il corto stasera al Piccolo di San Giuseppe, riprese negli spazi incantati della casa museo Colocci-Vespucci, a Staffolo e al mercato delle erbe di Ancona

Jesi, 23 dicembre 2022 – Stasera alle ore 21.30 un appuntamento prenatalizio da non perdere con la proiezione di Fillide e l’incontro con i registi, gli attori e la troupe al cinema teatro Il Piccolo di San Giuseppe.

Fillide è una storia di persone che perdono la propria identità, statue di cera insensibili agli stimoli, semivivi, o quasi morti. Ispirato all’enigmatico romanzo di Calvino, Le città invisibili parte dalla stessa volontà di dare un ordine al caos del reale.

Come Calvino afferma, alla fine del libro, “l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme” , può essere affrontato in due modi: “Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

Ideato e scritto durante la pandemia da Anna Concetta Consarino ,che lo ha diretto in co-regia con Jonathan Soverchia, il corto è stato prodotto da Guasco con il sostegno di OrizzontiBando di sostegno per produzioni cineaudiovisive di Marche Film Commission, Fondazione Marche Cultura, Regione Marche.

L’opera, interpretata da Giorgia Fiori e Iacopo Cicconofri, con la fotografia di Claudio Marceddu e le musiche del compositore dorico Raffaele Petrucci, è stata presentata in anteprima alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia tra gli eventi di Fabrique du cinema.

Le riprese sono state realizzate negli spazi suggestivi della Casa Museo Colocci – Vespucci di Jesi, a Staffolo e nel Mercato delle Erbe di Ancona. Ha lavorato al progetto una troupe di circa 20 professionisti marchigiani formati all’Accademia di Belle arti e design Poliarte di Ancona. Marchigiani anche gli attori protagonisti, Giorgia Fiori di Ascoli Piceno e Iacopo Cicconofri di Tolentino.

Sinossi

Per una ragione misteriosa ogni individuo sulla terra è immobile. Di cera. Sono tutti vivi, respirano, comunicano con gli occhi, ma sono fermi. Osservano i giorni passare insieme alle stagioni. Agli anni.

Rimangono sempre uguali, esistendo senza vivere. Fillide è una giovane scrittrice. Nella sua città è la sola a potersi muovere. Vive con la nonna. Anche lei di cera, come il resto delle persone che circondano Fillide. Scandisce le sue giornate imponendosi una normalità che appare come un vago ricordo. Si aggrappa al fatto che può essere ascoltata da chi ama, leggendo gli sguardi trova il senso della sua esistenza.

In un giorno uguale agli altri, accade qualcosa di straordinario. Entrata a frugare in una casa rimasta aperta, Fillide incontra un ragazzo. È Leonardo. Anche lui scrittore. Riesce a muovere le dita. Non è tutto “perduto”. I due iniziano a parlare con l’ausilio di una vecchia macchina da scrivere. Si trovano. Per non lasciarsi.

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