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Cronaca

JESI Fondazione Pergolesi Spontini, “sì” al bilancio d’esercizio 2019

Tutti i numeri dello scorso anno per un giro d’affari di circa 3 milioni e mezzo a fronte di un 2020 che sarà molto difficile per l’emergenza virus 

JESI, 22 aprile 2020 – L’assemblea generale della Fondazione Pergolesi Spontini nella seduta tenutasi in videoconferenza il 20 aprile ha deliberato l’approvazione del bilancio di esercizio 2019, dal giro di affari di oltre 3.400.000 euro e la destinazione dell’utile di euro 3.349 a incremento del patrimonio della Fondazione.

Nella stessa seduta è stato presentato e adottato il bilancio sociale 2019: il documento, che fotografa una intensa attività artistica e le positive ricadute nel tessuto sociale ed economico del territorio, sarà a breve disponibile in download gratuito sul sito www.fondazionepergolesispontini.com

Con il teatro chiuso e l’attività sospesa a causa delle norme di contenimento del Covid-19, è forte la preoccupazione per l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’intero settore della cultura e dello spettacolo dal vivo. Il 2020 è e sarà un anno difficile, ma la Fondazione confida che l’oculata gestione delle risorse e le azioni strategiche operate nel 2019 pongano le basi per affrontare la gravità della situazione insieme al territorio e con il sostegno degli enti pubblici e privati promotori della sua attività istituzionale.

Nel 2019 l’ente non ha solo mirato al mantenimento dell’equilibrio di bilancio grazie al contenimento dei costi, ma si è anche fatto promotore di progetti artistici di ampio respiro, con investimenti finanziari da cui si attendono positivi risvolti per il futuro. Il monitoraggio continuo delle azioni intraprese ha premiato la Fondazione, che potrà godere del beneficio di tali scelte anche sul bilancio 2020 (tra questi i noleggi degli allestimenti dei titoli d’opera a cavallo d’anno coprodotti nel 2019).

I numeri del 2019

Sul fronte delle entrate, nello scorso esercizio finanziario il 67 % sono da enti pubblici, il 6% da sponsor e contributi da privati, il 21% da altri proventi (ricavi da servizi teatrali, coproduzioni, realizzazione allestimenti conto terzi, noleggi, vendite, diritti d’autore), il 6% delle entrate complessive sono da incassi di biglietteria.

Alla voce uscite, il 39,09% sono state finalizzate a sostenere la Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, il 15,60% per il Festival Pergolesi Spontini, il 24,81 % per la struttura, attività varie, ristrutturazione, il 5,42 % per la stagione di prosa, teatro ragazzi, stagione sinfonica, rassegna Lo Sberleffo, il 13,61 % per progetti educativi, teatro sociale e formazione professionale, l’1,47 % per attività musicologica.

Gli eventi proposti

Per quanto riguarda l’impatto sociale, culturale ed economico, lo scorso anno sono stati 173 gli eventi proposti e 46.917 gli spettatori. Gli eventi proposti sono stati: musica 38% (festival, lirica, sinfonica, da camera, jazz, musical, pop), teatro 27% (prosa, teatro amatoriale, cabaret, teatro ragazzi), danza 7% (balletti classici, danza contemporanea, saggi), circo 1% (circo contemporaneo), altro 27% (convegni, presentazioni di libri, premiazioni, guide all’ascolto, visite guidate) .

Sono state 355 le giornate totali di utilizzo degli spazi per attività culturali, di cui 273 al Teatro Pergolesi: 173 sono state le giornate di apertura per spettacoli/eventi vari di cui n. 145 al Teatro Pergolesi, e 182 le giornate di apertura per prove/allestimenti/servizi tecnici di cui 128 al Teatro Pergolesi.

Oltre 10.000 studenti di ogni ordine e grado, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II grado, sono stati coinvolti in progetti educativi, sociali o hanno partecipato con la propria classe o la propria famiglia alle diverse proposte di spettacolo rivolte ai ragazzi e ai giovani.

Le giornate lavorative erogate sono state 12.465, 690 gli artisti contrattualizzati per le produzioni di Festival e Lirica 2019, 97 le maestranze tecniche e i professionisti coinvolti, 479 i fornitori di beni, servizi e prestazioni professionali (artistiche, tecniche, scientifiche), in larga parte provenienti dalla Vallesina e dalle  Marche.

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