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Cronaca

JESI GIARDINI DELLE “CARCERETTE”, UN ANGOLO VERDE DELLA CITTÀ OSTAGGIO DI ERBACCE E TUBI INNOCENTI

JESI, 4 gennaio 2017 – Anno nuovo, problemi vecchi e irrisolti. Nonostante le lamentele di diversi cittadini che da anni segnalano le condizioni in cui si trovano i giardini “Sacco e Vanzetti” (conosciuti dagli jesini come quelli delle Carcerette) e la situazione di inutilizzabilità (qualcuno dice di inutilità) dell’ascensore che dovrebbe collegare quei giardini alla sottostante via Bersaglieri. Non solo, sotto accusa anche le lungaggini legate al recupero di quel vecchio palazzo del centro storico  che alcuni decenni or sono ospitava il Carcere Mandamentale.   In quello storico stabile, previa ristrutturazione, dovrebbero ricavarsi  “8 alloggi di E.R.P. (edilizia residenziale pubblica ndr) e locali ad uso diverso”. Questo si legge sul tabellone esposto all’interno del cantiere e questo si leggeva in un analogo cartellone all’indomani dell’avvio dei lavori consegnati una prima volta alla ditta appaltante nell’ormai lontano 24 gennaio 2013. Quel primo appalto, del valore di circa 1,3 milioni di euro, prevedeva che i lavori avessero avuto termine 571 giorni dopo,  vale a dire entro il 17 agosto 2014.

Per ragioni sconosciute quella data non fu rispettata, i lavori erano tutt’altro che terminati ed il cantiere rimase nelle medesime condizioni ancora per tanti mesi. Per tutto quel tempo le impalcature hanno circondato l’edificio, una montagna di detriti e calcinacci ha stazionato sulla corte delle Carcerette, l’imponente gru ha occupato parte dei giardini Sacco e Vanzetti, impedendo un normale utilizzo dell’ascensore. Passano molti mesi, arriviamo agli inizi del 2016 quando la prima impresa appaltante decide di affidare l’esecuzione dei lavori ad un’altra impresa. Cambiano: il direttore operativo e il coordinatore per l’esecuzione, ma non cambia la celerità nell’esecuzione dell’opera che forse ben difficilmente sarà consegnata all’Ente appaltante nei termini previsti dal contratto, vale a dire entro l’8 luglio prossimo. Durante tutti questi lunghissimi mesi di blocco dei lavori all’interno delle Carcerette e sulla parte terminale della costruzione sono cresciute piante ed erbacce ben visibili anche dall’esterno; una piccola selva che fa il verso a quella esistente nel giardino.

È vero che in questo caso l’Ente locale non ha alcuna colpa sui ritardi dei lavori, nonostante ciò potrebbe (qualcuno dice addirittura dovrebbe) intervenire presso i responsabili dell’appalto (Erap) per sollecitare lo sgombro dei Giardini Sacco e Vanzetti per consentire ai turisti di poter accedere senza rischi in cima al torrione Angolare Nord  e godere da li la vista verso la vallata e la zona industriale. Non solo; l’ultimazione dei lavori e la chiusura del cantiere dovrebbe riportare serenità anche tra coloro che da anni sopportano quella veduta abitando accanto al cantiere.

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