Attualità
JESI GIORNATA DELLA MEMORIA: MOSTRA E READING DELLE POESIE DI ILSE WEBER
17 Gennaio 2019
A Palazzo dei Convegni inaugurazione il 24 gennaio di “Una valigia di ricordi” promossa dall’Anpi
JESI, 17 gennaio 2019 – Sarà inaugurata giovedì prossimo, 24 gennaio ore 18, a Palazzo dei Convegni la mostra Una valigia di ricordi nell’ambito delle iniziative organizzate dall’Anpi di Jesi per Il giorno della memoria.
Dopo il successo dello scorso anno, l’associazione jesina ha raccolto documenti e immagini originali, testimonianza dei campi di concentramento, che hanno mostrato al mondo intero l’orrore del genocidio nazifascista. L’occasione è la Giornata della memoria, ricorrenza internazionale che vuole commemorare le vittime dell’Olocausto.
«Sono fotografie sulla Shoah, sui campi di sterminio, sulla guerra, fortunosamente ritrovate nella storica sezione jesina Martiri xx Giugno di via Roma – spiega Eleonora Camerucci, presidente dell’Anpi di Jesi -. Donate all’Anpi, restaurate e catalogate mostrano la volontà di annientare la persona e le sperimentazioni mediche su adulti e bambini, gli abusi e le violenze di ogni genere».
L’allestimento sarà accompagnato, sabato 26 gennaio e domenica 27, ore 17.30, dal reading Ninna nanna da un lager in cui l’attrice RosettaMartellini, accompagnata da Serena Cavalletti al violino e Marco Monina alla chitarra, canteranno le ninne nanne originali scritte da Ilse Weber, prigioniera nel campo di Terezinstad. Weber fu infermiera pediatrica nel campo di concentramento della Repubblica Ceca: poetessa e musicista, autrice di fiabe e trasmissioni radiofoniche per bambini, ha lasciato un patrimonio unico del suo lavoro con i bambini, con i quali scelse di morire nel campo di concentramento. Ospite della mostra jesina anche la traduttrice dei testi di Ilse Weber.
La mostra sarà visitabile a Palazzo dei Convegni dal 25 al 27 gennaio dalle 10 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 17 alle 19.30. Il 24 gennaio aprirà alle ore 18 per l’inaugurazione.
«Queste foto in bianco e nero sfocate, sbiadite dal tempo, hanno ancora la capacità di bucare gli occhi e lo stomaco: ci parlano di dolore, di morte, di sterminio mistematico di milioni di persone, ma anche di profonda pietas, ed in alcuni casi di speranza – spiega la sezione Anpi jesina -. Come fare a trasmettere la memoria dell’indicibile, per giunta in un tempo in cui i testimoni diretti, per motivi anagrafici, stanno scomparendo? La macchina fotografica è un apparecchio potente. Quando fissa una frazione di secondo visivo, quel momento rimane per sempre. Il tempo, quando viene fissato in questo modo, lascia un’impressione indelebile nella memoria del singolo e rimane come contributo collettivo per il futuro. Fotografia, quindi, come documento storico».
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