Segui QdM Notizie

Cronaca

JESI “GIORNO DEL RICORDO”, BANDIERE A MEZZ’ASTA MA NESSUNA INIZIATIVA: IL COMUNE SI AFFIDA A UN SEMPLICE MANIFESTO

JESI, 10 febbraio 2017 – Gli jesini ed i forestieri che questa mattina si sono trovati a passare in Piazza della Repubblica non hanno potuto fare a meno di notare, sul balcone della residenza municipale, la presenza di due bandiere: quella azzurra con tante stelle dell’Europa ed il vessillo Tricolore della nostra Italia. Entrambe erano a mezz’asta, in segno di lutto. Forse qualcuno, nel vederle, si sarà chiesto le ragioni di tale ostensione, altri, invece, si saranno ricordati questa data particolare del 10 febbraio, ciò che rappresenta per la storia nazionale e per il ricordo di un numero sempre minore di persone.

Oggi quella data del 10 febbraio è stata ricordata in tutta Italia con cerimonie e manifestazioni pubbliche in molte parti d’Italia; a Roma, come a Trieste, a Milano come ad Ancona le autorità hanno dedicato a quei fatti il loro ricordo con manifestazioni o cerimonie celebrative.

A Jesi, però, gli amministratori locali sembra si siano dimenticati del 10 febbraio o forse ne hanno sottovalutato l’importanza; oltre alle due bandiere sul balcone del Comune soltanto un semplice manifesto con l’illustrazione grafica di una foiba. Un po’ troppo poco data l’importanza dei tragici fatti commessi da gente invasa di una dottrina che in molti Paesi è scomparsa o sta scomparendo.

In questa giornata, infatti, si ricordano episodi tristi delle vita nazionale e non solo, storie di cittadini perseguitati sia per l’appartenenza ad una popolazione considerata artefice di una occupazione mal digerita. In effetti quel 10 febbraio del 2005, a distanza di decenni dai fatti evocati, il Parlamento Italiano lo scelse come “Giorno del Ricordo”, in memoria delle migliaia di uomini, ma anche di donne e bambini istriani, che nella penisola dell’Istria furono uccisi nelle foibe, cioè in quelle cavità carsiche presenti in gran quantità nella zona. Fu un vero e proprio eccidio perpetrato dai miliziani di Tito, il dittatore jugoslavo che per anni ha governato un popolo facendo leva sulla violenza e sui soprusi. Quelle tristi pagine di storia risalgono agli inizi degli anni ’40 del secolo scorso, per l’esattezza al periodo compreso tra il 1943 ed il 1945. Fu in quegli anni  che i miliziani di Tito, partigiani comunisti, tolsero la vita ad oltre 3mila italiani e a decine di migliaia di croati che la pensavano in modo diverso da loro.

Per motivi a noi sconosciuti il dramma di quella popolazione dell’Istria e della Dalmazia è rimasta nascosta per oltre mezzo secolo; nessuno politico –  appartenente a gruppi di destra, di centro o di sinistra – ha fatto nulla per denunciare quei crimini, solo dopo 60 anni si è deciso di dedicare una “Giornata del Ricordo” di quel dramma che oltre a morti ha provocato anche l’abbandono della propria terra da parte di decine e decine di migliaia di persone.

([email protected])

© RIPRODUZIONE RISERVATA

News