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Cronaca

JESI GLI RUBANO LA VESPA: «I LADRI MI HANNO SOTTRATTO LA GIOVINEZZA»

Furto ieri in Viale Trieste, il dolore del proprietario, Massimo Corradetti, 53enne volontario della Croce Verde: «L’ho sempre avuta da 38 anni, rappresentava i ricordi di una vita»

JESI, 24 novembre 2019 – «Mi hanno rubato la giovinezza, i ricordi di una vita. Ieri è morta una parte di me».

Non è stato soltanto un semplice furto quello perpetrato ieri pomeriggio quando ignoti ladri si sono impossessati di una Vespa 125 blu metallizzato perfettamente restaurata, in sosta lungo Viale Trieste. C’è un risvolto umano che parla direttamente al cuore di chi ascolta Massimo Corradetti, volontario della Croce Verde (Leggi l’articolo) di Jesi da 11 anni, residente a Castelbellino Stazione con la famiglia, composta dal figlio Mario, 17 anni, dalla figlia Sara, 25, e dalla consorte Luciana.

«Mio figlio, amante vespista come me da sempre – racconta con la voce rotta dall’emozione – era andato a trovare un suo amico intorno alle 15 in Viale Trieste e ha parcheggiato la nostra Vespa d’epoca. Una visita veloce, il tempo di salire e scendere, un quarto d’ora. Ma al momento di ripartire la brutta sorpresa: non l’ha più ritrovata. Sparita. Rubata».

E non è la prima in città. ( leggi l’articolo)

Dopo una settimana di lavoro spesa in fabbrica, Massimo come tutti i sabati era in servizio al 118 e insieme ai colleghi della Croce Verde impegnato in un codice giallo con l’automedica. Un brutto colpo, per lui, quando gli è giunta la notizia del furto.

Massimo Corradetti

Massimo Corradetti

«Non è per il valore monetario, quattromila euro, ma per quello affettivo, è come se mi avessero strappato tutto il mio mondo, con violenza, senza rispetto. In questo Paese i delinquenti non si fermano di fronte a nulla, tanto anche se li prendono poi te li ritrovi, gli stessi, in circolazione. Lavori, fai volontariato, affronti i grandi e piccoli problemi di tutti i giorni con coraggio e la voglia di andare sempre avanti e questi sono i risultati. La denuncia ai Carabinieri l’ho fatta ma non ci spero di ritrovarla, è un pezzo talmente ricercato e raro che sarà molto difficile rientrarne in possesso».

La Vespa Massimo Corradetti l’aveva comprata quando ancora non poteva nemmeno guidarla, 38 anni fa, con i suoi 15 anni, e allora «ci salivo sopra e sognavo quando sarebbe giunto il momento di girare la chiavetta e partire. Un valore affettivo inestimabile per me. Ricordo che una volta, a un raduno, si presentò una persona che avrebbe voluto acquistarla a tutti i costi, mi mise davanti agli occhi un assegno in bianco sollecitandomi ad apporvi io stesso la cifra. Ma io gli risposi: “Che prezzo dai alla giovinezza?” E lui allora capì, riprese l’assegno, mi diede la mano e mi salutò».

Un gioiello quella Vespa blu metallizzata, targata AN 91902, sulla quale «qualcuno – sostiene deciso – voleva metterci le mani sopra e lo ha fatto. E sicuramente ha seguito mio figlio sin da casa, ha atteso il momento giusto e in un batter d’occhio l’ha rubata, caricandola su un furgone perché in pochi minuti non avrebbe potuto metterla in moto senza la chiave».

Una passione coltivata negli anni, anche una tradizione di famiglia mai venuta meno anzi, sempre più solida, tanto che «quando stava in garage una visitina gliela facevo sempre perché era proprio una di casa».

«E quando mio figlio montava in sella e partiva lo seguivo con gli occhi perché mi sentivo con lui, ritornato ragazzino che bramava guidarla».

Pino Nardella

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