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JESI “GRAN CIRCO ROSSINI”, STASERA DEBUTTO AL TEATRO PERGOLESI

Per la Stagione Lirica di Tradizione, spettacolo unico e coinvolgente: repliche domani e domenica

JESI, 14 dicembre 2018 – Un giallo storico tra lirica e circo, ispirato al testamento di Gioachino Rossini più volte modificato dal compositore, va in scena al Teatro Pergolesi di Jesi in prima esecuzione assoluta da stasera venerdì 14 dicembre ore 20.30 e repliche sabato 15 ore 20.30 e domenica 16 dicembre alle ore 16. È il Gran Circo Rossini, CircOpera di Giacomo Costantini che chiude la 51ma Stagione Lirica di Tradizione 2018 del Teatro Pergolesi di Jesi con la celebrazione dei 150 anni dalla morte del pesarese: una proposta inedita, un punto d’incontro della tradizione operistica italiana con la tradizione musicale del circo per uno spettacolo unico e coinvolgente cui collaborano compositori e artisti di circo, cantanti, strumentisti e un grande danzatore.

L’opera si avvale del contributo di Fondazione Cariverona (Bando Cultura 2018). Prevista, inoltre, una replica al Teatro Gentile di Fabriano domenica 30 dicembre ore 16 nell’ambito del progetto “Marche inVita. Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma” con il sostegno di Mibact Direzione Generale dello Spettacolo dal vivo e Regione Marche, in collaborazione con Consorzio Marche Spettacolo e Amat, e con il patrocinio di Comune di Fabriano e Comune di Cerreto d’Esi.

Scritta da Giacomo Costantini – che ne è anche il regista – con le musiche di Matteo Salvo e Giuseppe Pitarresi da Gioachino Rossini, l’opera è diretta da Angelo Michele Errico, le scene sono di Benito Leonori, i costumi di Beatrice Giannini, le luci di Marco Scattolini. In scena sono il coreografo e danzatore Giorgio Rossi, e gli artisti Fabiana Ruiz Diaz, Luca Salata, Giulia Arcangeli, Alejandro Paredes Sapper, Paolo Locci, Giacomo Costantini e la piccola Nina Costantini. Cantano Andrea Tabili, So Hyun Lee, Katia di Munno, Lucia Conte, Linwei Guo, Eleonora Nota, Carmela Osato, Martina Rinaldi, Luca Giorgini, Anastasia Petrova, Margherita Hibel, Mario Luciano Alboreto Greco, Stefano Gagliardi, Joanna Lewinska, Lucia Conte. Cantanti ed Ensemble orchestrale del Gran Circo Rossini sono stati selezionati nell’ambito del corso di formazione professionale per cantante lirico solista e del corso per professore d’orchestra I e II del Progetto Sipario Bis Bis organizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini e finanziato dalla Regione Marche.

Nuova la produzione, della Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con El Grito Circo Contemporaneo all’antica.

Il giallo storico da cui prende le mosse lo spettacolo è questo. Nel luglio 1858 Rossini lasciò un vitalizio e “tutto il [suo] vecchio vestiario” al suo cameriere Antonio Scanavini. Ma, con codicillo del 4 febbraio 1860, il pesarese ritoccò il testamento e – senza uno straccio di motivazione – Scanavini perse la rendita vitalizia e vestiti. Il caso interessò anche la stampa dell’epoca. Nel CircOpera in scena al Teatro Pergolesi di Jesi, l’autore, regista e artista circense Giacomo Costantini immagina i motivi alla base del cambiamento testamentario – l’ira di Rossini verso il cameriere ingiustamente accusato di aver rubato il manoscritto autografo di Otello – ed un sorprendente lieto fine con Scanavini che rientra nelle grazie del Maestro e con gli abiti riesce ad allestire il suo Gran Circo.

 Gran Circo Rossini mette dunque in scena un Rossini anziano che, prima di morire, fa testamento, nominando erede la moglie ed una serie di istituzioni pubbliche, senza dimenticare di lasciare un’importante somma di denaro e tutto il suo antico vestiario al suo fedele cameriere Antonio Scanavini. Il cameriere, che non sa che, nell’ultima stesura del testamento il lascito promesso dal maestro sarà cancellato, decide di diventare impresario e di allestire uno spettacolo circense coi costumi di tutte le opere di Rossini. Alla morte del musicista, si ritroverà povero e indebitato. Ma il buon cuore della vedova del Maestro, Olympe, e il fortunato ritrovamento di una partitura smarrita, metteranno Scanavini in grado di recuperare denaro e vestiti, per lanciarsi a capofitto nel suo Gran Circo Rossini.

Spiega Giacomo Costantini, regista e autore del CircOpera: «Non fatevi ingannare dal titolo. In Gran Circo Rossini, si parla di morte e di ultime volontà», quelle appunto del compositore pesarese che diseredò Scanavini dopo averlo beneficato nel suo primo testamento. «Ho immaginato cosa potesse essere successo nell’arco di tempo tra un testo e l’altro. E così, con la scrittura del Gran Circo Rossini mi sono ritrovato a sperimentare nuovamente alcuni limiti del linguaggio circense, spingendolo oltre i suoi paesaggi surreali, astratti, evocativi. Con quest’opera il circo entra a gamba tesa nel racconto. Ma a noi circensi non è stato dato il dono della parola, ci esprimiamo a gesti, a suon di salti mortali. E così al Gran Circo Rossini la parola perde di significato, il testo dei cantanti diventa solo suono, dei versi dei libretti resta solo il fonema. Il linguaggio è il corpo, la grammatica è la musica. Lasciate stare Desdemona, Osiride, Guglielmo Tell, Mosè, il Signor Bruschino. Non siamo nelle opere citate, siamo altrove. Rossini per tutti gli altri sta morendo, per noi si sta trasformando in circo».

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