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Jesi “Icona 1943”, presentato il dipinto restaurato di Mario Sasso – VIDEO

Ha partecipato all’evento di Palazzo Pianetti anche l’artista in diretta streaming da Roma

di Elena Tisè

Jesi, 27 marzo 2023 – Presso la Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti presentata sabato scorso l’opera ritrovata di Mario Sasso: Icona 1943 le tute blu contro la guerra.

Il dipinto è stato rinvenuto dai membri dell’Istituto Gramsci Marche – Sezione Jesi e Vallesina, presso la Casa del Popolo di via XXIV Maggio ma originariamente si trovava nella sede del Pci di Piazza Indipendenza

Mario Sasso, Agostino Amedoro, Oriana Capitani, Annalisa Filonzi, Luca Brecciaroli

Sono intervenuti alla presentazione, mediata da Agostino Amedoro, la curatrice e critica d’arte Annalisa FIlonzi, la restauratrice del dipinto Oriana Capitani e l’artista – in diretta streaming da Roma – Mario Sasso. Presenti all’evento anche l’assessore alla cultura Luca Brecciaroli e, per i Musei Civici, Simona Cardinali. 

Simona Cardinali, Annalisa Filonzi, Luca Brecciaroli

«La storia di questo quadro e del suo titolo è controversa», ha affermato in apertura Agostino Amedoro, alludendo al ritrovamento dell’opera nella sede dell’Istituto Gramsci cittadino e alla sua doppia titolazione. La tela, conservata in pessime condizioni, presentava tagli e buchi, è stata quindi affidata alle cure dellOfficina Capitani e della restauratrice Oriana Capitani. Nel retro del quadro, in matita sanguigna, è ancora leggibile Icona 1943, il nome che lo stesso artista Mario Sasso assegnò al dipinto, anche se venne catalogato come: Le tute blu contro la guerra.

L’opera appartiene a uno dei primissimi cicli pittorici dell’artista ma sono già presenti, in nuce, alcuni elementi topici della sua produzione successiva: il paesaggio urbano, innanzitutto, e quell’attenzione al puntino, al sanpietrino di colore precursore del pixel nella videoarte.

«Mario Sasso non è solito dipingere ritratti, a interessarlo non sono i volti di questi uomini ma il loro gesto: le braccia conserte, la protesta», ha affermato Annalisa Filonzi

“Icona 1943 le tute blu contro la guerra”

Il dipinto si ispira a una foto d’epoca fascista – gli scioperanti di Sesto San Giovanni – che divenne simbolo delle lotte operaie del marzo 1943. Erano proteste di carattere economico ma anche politico, ha ricordato Agostino Amedoro, citando il discorso di De Gasperi alla Conferenza di Parigi del ‘46. Sasso è un artista che attraversa la fase dei grandi movimenti di contestazione, la dimensione della lotta, della mobilitazione, sono temi a lui particolarmente cari.

Nato a Staffolo e cresciuto a Jesi, Mario Sasso è un artista contemporaneo di prestigio internazionale. Nel 1959 ha intrapreso l’attività in Rai,l che gli ha permesso di avvicinarsi alla progettazione grafica e all’elettronica: pittura e video arte si compenetrano vicendevolmente in tutta la sua produzione. Protagonisti indiscussi delle sue opere rimarranno la città e la pittura stessa, che ora si fa segno, ora linguaggio.

Nel 1960 Sasso ha realizzato la sigla del programma del maestro Manzi Non è mai troppo tardi, alla quale hanno fatto seguito molte altre sigle realizzate per programmi televisivi di grande importanza

Annalisa Filonzi, Oriana Capitani, Agostino Amedoro

Ha esposto nelle principali gallerie e ha partecipato a importanti mostre collettive nazionali ed internazionali. Nel 1990 ha vinto il Nika d’Oro al Festival di Linz, nel 1995 il Premio Lombardia al Festival d’Arte Elettronica di Locarno e, nel 1998, il prestigioso Premio Guggenheim grazie alla Torre delle Trilogie

«Durante il restauro lo avrei voluto con me a vigilare – ha affermato durante la presentazione Oriana Capitani -. Gli avrei chiesto come ha fatto a creare quell’azzurro cangiante così difficile da riprodurre».

Il restauro ha richiesto l’impiego di procedure complesse e minimamente invasive considerato lo stato in cui versava l’opera

Tra materiali a base di solventi e veli di Lione – sottilissimi tessuti in seta trasparente utilizzati per la foderatura – il dipinto è tornato alla sua originaria bellezza e ora, fa sapere l’Istituto Gramsci, sarà conservato per qualche tempo presso le Gallerie della Pinacoteca, prima di essere restituito alla Casa del Popolo. 

«Sono entusiasta di questa serata – è intervenuto in chiusura l’autore dell’opera Mario Sasso -. Completa l’opera di recupero che è stata fatta, voglio sottolinearlo con un forte abbraccio e un ringraziamento totale». 

Di seguito la video ontervista di Giovanni Filosa alla curatrice Annalisa Filonzi e alla restauratrice Oriana Capitani

(foto in primo piano: Annalisa Filonzi e Oriana Capitani)

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