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Cronaca

JESI IL BUCO NERO DEL MUSEO “STUPOR MUNDI”

Affondo di Claudia Lancioni del M5S: «A un privato 450 mila euro per tre anni, soldi pubblici che dovrebbero essere spesi per chi ne ha veramente bisogno»

JESI, 9 dicembre 2019Continuano gliaffari per i privati” al Comune di Jesi, diventato ormai una sorta di paese del bengodi delle esternalizzazioni dei servizi pubblici o per chi magari vuole prendersi un po’ di soldi pubblici e, successivamente, abbandonare la città al suo destino dopo averne goduto per qualche anno».

Così il Movimento 5 Stelle con la consigliera Claudia Lancioni in riferimento al Museo Stupor Mundi.

Claudia Lancioni

Claudia Lancioni

«Il “buco nerorifilato alla collettività da un privato che voleva passare da grande mecenate ma che, al contrario, ha rifilato al Comune “l’affare” quando questo si è rivelato “un pacco”. Il tutto dopo aver tenuto aperto il Museo per qualche anno, utilizzando una bella fetta di soldi pubblici. Siamo stati i primi e gli unici, quando la pratica esordì in aula (2015), a denunciare con forza i rischi per la collettività. Siamo stati coerentemente oppositori quando a settembre scorso il “Pacco di San Settimio” è tornato in Consiglio, con una maggioranza civica che ha accettato di riprendersi il Museo in perdita, tentando addirittura di far passare l’operazione come una “donazione” al Comune».

Il Movimento fa i conti e avverte: «Dopo il “Pacco di San Settimio” siamo al “Pacco di Natale”: 150mila euro l’anno per tre anni, 450mila euro per un affidamento a un privato, l’ennesimo privato che può venire a fare affari a Jesi, coi soldi pubblici. Se ne ricordino i cittadini e le aziende in difficoltà che non riescono a pagare le imposte comunali, ai quali non è concesso manco mezzo euro di sconto; se ne ricordino le associazioni che si vedono rifiutare progetti o contributi perché “non ci sono soldi”; se lo ricordino le famiglie con anziani e disabili in difficoltà ai quali il Comune non può dare aiuti ulteriori perché “il bilancio non lo permette”; se ne ricordino tutti coloro che credono che il “commercialista del popolo” dovrebbe garantire che i soldi vengano spesi per chi ne ha veramente bisogno e non per progetti faraonici che non servono a niente e nessuno salvo, forse, garantire affari a privati o (im)prenditori vari».

(e.d.)

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