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JESI IL MESSAGGIO DEL VESCOVO: «BUONA PASQUA, IL SIGNORE FA UNA COSA NUOVA!»

Don Gerardo Rocconi: «Il Signore vuole che manteniamo sempre viva la nostra speranza»

JESI, 21 aprile 2019 – Di Pasqua in Pasqua, la nostra vita cammina verso la grande “domenica senza tramonto” allorché il popolo di Dio si troverà a festeggiare per l’eternità le meraviglie che Dio compie.
Ma il cammino, questo procedere di “Pasqua in Pasqua” è arduo. Eppure il Signore vuole che manteniamo sempre viva la nostra speranza. Erano stupende quelle parole che abbiamo ascoltato nella prima lettura della quinta domenica di Quaresima: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43,18-19).
Il primo significato è il ritorno del popolo ebreo dalla schiavitù di Babilonia. Ma questa parola ha anche un significato per noi oggi. É un invito a una speranza forte. E allora cos’è questa schiavitù dalla quale il Signore vuole liberarci? È una schiavitù con tante sfaccettature:
Quello che più ci colpisce è l’odio, l’immenso odio che c’è fra gli uomini. Un odio che porta alla distruzione. Il telegiornale è un bollettino di odio.
Vediamo la drammatica situazione di tanti giovani. Drammatica per la mancanza di lavoro e per la presenza di sostanze di cui fanno uso: una percentuale altissima di giovani, almeno occasionalmente, fa uso di sostanze dannose.
Tocchiamo con mano la difficile situazione delle famiglie.
Tocchiamo con mano il difficile momento che vive la Chiesa: quanto forte è il senso della confusione; vediamo scandali, vediamo disorientamento… anche qui viviamo quasi un momento di esilio, di silenzio di Dio.
Tocchiamo con mano il disprezzo della vita in tutte le sue fasi. Pensiamo alla mancanza di uno spirito di accoglienza, pensiamo alla segregazione di tanti in campi di raccolta o in vere prigioni dove vengono torturati, umiliati, violentate, se donne. Pensiamo alle guerre, che ogni giorno scoppiano, dove la vita della gente semplice, che vuole vivere in pace, è umiliata, messa in pericolo, distrutta.
Pensiamo alla distruzione della vita nascente. É terribile pronunciare un numero; la
legge sull’aborto, da quando esiste, ha contato in Italia 6.000.000 (sei milioni) di aborti, più tutti quelli non contati.
La causa di tutto ciò? Alla base di tutto c’è una perdita del senso di Dio, una fuga dalla fede. Ce lo ha ricordato proprio questi giorni Benedetto XVI: allontanato Dio dal nostro orizzonte, non c’è più un criterio morale oggettivo per cui tutto è possibile: dall’omicidio alla pedofilia, dalla rapina allo stupro.
Questa schiavitù in cui l’umanità è precipitata appare a prima vista come problema morale. Ma prima ancora è mancanza di fede.
Di fronte a questa situazione difficilissima, il Signore ripete: «Non ricordate più le cose passate. Ecco, io faccio una cosa nuova». Per vedere l’opera del Signore, i segni della sua presenza e del suo agire è necessario avere un occhio penetrante, uno sguardo contemplativo che ama il silenzio, la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio.
Solo allora si vede l’agire di Dio, in tanti piccoli segni, e soprattutto si matura  nella consapevolezza che anche nei momenti difficili il Signore è comunque all’opera, per cui per coloro che amano il Signore tutto concorre al bene, come ci ricorda San Paolo.

Questa Pasqua può significare per la Chiesa e per l’umanità un momento di purificazione e una nuova partenza, un momento di rinnovamento e di luce, a patto che in noi scattino gli atteggiamenti di un’autentica conversione.

vescovo gerardo rocconi

Il vescovo della diocesi di Jesi, Gerardo Rocconi

E la conversione alla quale siamo chiamati oggi è questa:
* Una sconfinata fiducia nel Signore che fa belle e nuove tutte le cose;
* Una rinnovata docilità alla sua Parola che illumina i nostri passi;
* Una riscoperta della preghiera che sottolinea la nostra povertà, ma anche la consapevolezza che il Signore non abbandona il suo popolo;
* Un rinnovato impegno nell’annuncio del Vangelo e nel costruire la comunità sulle basi vere, le sole che tengono, quali la Parola, la preghiera, la carità, l’Eucaristia.
In questo momento così faticoso la Chiesa, ma anche ogni famiglia, ogni comunità, ogni uomo o donna, sono chiamati a rialzarsi e a risplendere di nuova luce. Oggi sono proprio per noi quelle parole che Isaia rivolgeva alla città santa al momento del ritorno degli esuli da Babilonia:
«Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te» (Is 60,1).
Nella Messa Crismale dirò ai Sacerdoti che loro potevano essere quella Cosa nuova che oggi il Signore vuole fare, quell’alba che anticipa il giorno pieno del rinnovamento della Chiesa. Questo è un invito e un augurio che rivolgo a tutti. Tutti siamo chiamati a essere quell’alba di Pasqua in cui, abbandonata ogni mentalità mondana e ogni pigrizia, vogliamo spendere senza paura e senza calcoli la nostra vita dietro a Gesù e come Gesù.
Buona Pasqua, ricca di novità, quella che Dio vuole portare.
+ Gerardo Rocconi, Vescovo
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