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Cronaca

Jesi Il sindaco Massimo Bacci ai saluti: «Lascio una città più bella, tornata a vivere»

Massimo Bacci
di Pino Nardella

Ultimo Consiglio comunale del primo cittadino dopo dieci anni, nel suo intervento le cose fatte, i ringraziamenti, il ricordo di chi non c’è più

Jesi, 23 aprile 2022 – La mascherina indossata non ha nascosto una certa emozione all’appuntamento, ieri, con l’ultima seduta del Consiglio comunale che ha praticamente chiuso l’era Bacci alla guida della nostra città.

Dieci anni non sono pochi, dieci anni fatti di tante cose e, comunque la si pensi, un tempo nel quale la figura di Massimo Bacci si è stagliata su tutto e tutti. Un Sindaco che, dopo un naturale e necessario periodo di adattamento e assuefazione al ruolo, nei primi anni della consiliatura d’esordio – 2012 – ha alzato la vela ed è partito per la sua rotta sull’onda del civismo riformatore, decisionista e di rigore.

Ha parlato sempre al plurale, elencando i traguardi raggiunti dalla sua Amministrazione, dando così merito alla squadra che lo ha sostenuto, anche se il capitano ci ha sempre messo la faccia, nel bene e nel male, dentro e fuori le mura.

«Finisce un’avventura, sono passati dieci anni in un compito di grandissima responsabilità – ha esordito nelle sue comunicazioni, durate 27 minuti – e ovviamente c’è anche emozione ma vi garantisco che non è stato assolutamente semplice, abbiamo dovuto fare, parlerò sempre al plurale, un lavoro incredibile. Potendo guardare tutti negli occhi, in tutta onestà credo che abbiamo fatto un grande lavoro, raggiunto il risultato che volevamo, e cioè un vero cambiamento».

«Una città che è tornata a vivere dopo essere stata per anni avvitata su se stessa con un debito assolutamente fuori controllo, con opere pubbliche ferme da anni e nessuna prospettiva futura. Forse sorprenderò qualcuno ma preliminarmente debbo ringraziare una persona, Fabiano Belcecchi, un Sindaco che mi ha dato l’opportunità di entrare nel mondo delle istituzioni attraverso la Progetto Jesi, che ha contribuito a ridurre il debito del Comune di circa 15 milioni durante la mia presidenza. Grazie a quella esperienza mi sono reso conto di quello che era il livello della politica cittadina all’epoca tanto che quando mi hanno chiesto, in particolare il presidente Massaccesi e il consigliere Cingolani, di candidarmi, mi sono sentito in dovere di non tirarmi indietro per l’amore vero che ho nei confronti di questa città».

L’elenco delle cose fatte ha scandito alcuni minuti poi il Sindaco si è fermato, pur sottolineando, in merito, che «potrei stare ancora a lungo a tediarvi ma non lo voglio fare. Sicuramente la pandemia di questi due anni ci ha dimostrato di aver rafforzato una piena coesione sociale aumentando l’attenzione ai bisogni e alle aspettative dei cittadini. La stessa pandemia, però, ci ha impedito di restare tra loro, negli incontri pubblici che organizzavamo precedentemente nei quartieri e questo resta come un grande rammarico. Il tempo è galantuomo, comunque, come diceva mio padre che ricordo con grande affetto, e i fatti sono fatti mentre le parole rimangono tali».

«La pandemia non ha certo mutato il nostro impegno di lavorare per il bene della comunità, rispondendo non al partito di turno, non alle lobby, ma solo alla nostra coscienza. Applicando alla lettera la forma della democrazia partecipativa, essere eletti dai cittadini sulla base di un programma elettorale e svolgere il mandato ricevuto, cosa che posso affermare senza tema di smentita è avventa, avendo praticamente completato sia nel primo che nell’attuale mandato quanto promesso».

Massimo Bacci

«Ed è stata questa la forza che oggi ci permette di lasciare a chi verrà dopo di noi una città da amministrare che a mio giudizio è molto più bella e servita di quella che avevamo trovato noi nel 2012».

«Ringrazio tutti i cittadini, in particolare quelli che mi hanno voluto dare fiducia nel 2012 e nel 2017, gli assessori tutti, i consiglieri comunali del primo e secondo mandato, i dipendenti comunali e tutti coloro che hanno condiviso con me e con tutti noi questo lunghissimo percorso».

«Ringrazio, infine, i miei familiari, mia moglie che mi ha dato un supporto straordinario. Chi assume questa carica si rende conto che rinuncia a una parte della propria libertà. Sono stati dieci anni molto duri ma con la coscienza di aver fatto il mio dovere da un lato e il fatto di ritornare a essere un uomo libero dall’altro. Quando si assumono queste cariche si è giustamente al servizio della comunità. Sarò ora sollevato da mille responsabilità. Tutto ha un inizio e una fine e spero che questa esperienza, nei due residui mesi che rimangono, termini senza grandi scossoni o problemi».

Massimo Bacci ha poi concluso ricordando Immacolata Orlando, segretario generale del Comune, scomparsa nell’agosto del 2017, Martino Lombardi e Pino Gullace che «con noi avevano cominciato questa esperienza e che troppo, troppo presto, ci hanno lasciato».

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