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Cronaca

JESI INSEGUE E BLOCCA UNO DEI RAPINATORI AGLI ALTRI DUE CI PENSANO I CARABINIERI

JESI, 13 aprile 2016 – Nel giro di un’ora e mezza i carabinieri arrestano due italiani, G.M. e V.O. 32enni, e un albanese, S.G. 38enne – due sono originari della provincia di Brescia – con l’accusa di tentata rapina in concorso. Ora i tre, già noti alle forze dell’ordine, sono ristretti nel carcere di Montacuto a disposizione del magistrato.

I fatti sono relativi alle prime ore di questa mattina 13 aprile, alle 2,30, quando alla centrale operativa della Compagnia carabinieri di Jesi è giunta la richiesta di intervento da parte di un cittadino pakistano, 44 anni, operaio,  il quale, poco prima, aveva sorpreso tre individui mentre stavano cercando di rubargli una vecchia Fiat Punto sotto la sua abitazione in via Setificio, specificando di essere riuscito a bloccarne uno, mentre gli altri due si erano dileguati.

In sostanza il pachistano si era accorto che qualcosa non andava e, affacciatosi alla finestra del suo appartamento, aveva visto i tre armeggiare con fare sospetto attorno alla propria auto. Subito si è precipitato in strada, spalleggiato dal figlio 22 enne, per cercare di risolvere la situazione. Mentre i due italiani, però, se la davano a gambe levate, il pachistano con il  figlio, dopo un inseguimento, correvano a piedi nudi, venivano alle mani con l’albanese riuscendolo a bloccare. L’intervento costava, poi, ai due familiari, 10 giorni di prognosi, all’albanese uno.

1Sul posto, intanto, giungeva un equipaggio del Nucleo radiomobile, diretto dal maresciallo Roberto Scarpone, e personale del Nucleo operativo diretto dal maresciallo Fabio Del Beato, che accertavano come poco prima, effettivamente, tre individui avevano tentato di rubare l’autovettura e come il pachistano fosse riuscito, al termine di una colluttazione, a fermarne uno, dopo che costui, nel tentativo di assicurarsi l’impunità, gli aveva sferrato anche un pugno.

Prima di allontanarsi, anche gli altri due avevano minacciato la vittima e suo figlio.

E’ iniziata, così, una vera e propria caccia all’uomo prolungatasi per qualche ora anche con l’intervento di altri 10 militari.

Verso le 4.00,  i marescialli Del Beato e Scarpone localizzavano i due fuggitivi all’interno dell’abitazione di uno di loro, domiciliato a Jesi, anche perché erano stati già fermati tutti e tre, nel pomeriggio, e identificati. Così non è stato difficile risalire anche agli altri due, data anche la meticolosa descrizione fatta da padre e figlio. I due italiani, trovati in casa, hanno anche finto di non saperne niente. Uno addirittura era già in pigiama a letto.

Ora i militari del Nucleo operativo devono fare chiarezza sull’interesse dei tre per una Fiat Punto, il cui valore di mercato non va oltre i 500 euro, quando nella loro disponibilità avevano una Kia Carnival di recente immatricolazione. E’ facile presumere, comunque, che dovesse servire per scopi non leciti.

(p.n.)

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