Cronaca
JESI Italiani bloccati in Marocco, Wahbi Youssef: «Posso ospitarli a Casablanca»
17 Marzo 2020
Emergenza coronavirus: «Io mi sento italiano e cerco di aiutare in questo momento di difficoltà», il suo impegno nella Protezione Civile
JESI, 17 marzo 2020 – Ha messo a disposizione la sua casa a Casablanca per qualcuno di quegli italiani che sono rimasti bloccati in Marocco e con dispiacere legge dichiarazioni che «ci vorrebbero rimandare tutti a casa».
Wahbi Youssef (nella foto in primo piano), dinamico e molto conosciuto ex presidente del centro culturale islamico Al Huda, in città è stimato e benvoluto.
Anche lui, come tanti altri marocchini in piena emergenza coronavirus, ha messo a disposizione la sua casa a Casablanca per quelle persone che sono rimaste bloccate nel Paese dopo la chiusura delle frontiere.
Decine gli appelli all’accoglienza da parte dei marocchini residenti in Italia, tra cui proprio quello di Youssef: «Ecco la vera solidarietà per gli italiani in Marocco, il Paese famoso per la sua grande ospitalità. Metto casa mia a Casablanca a disposizione senza problemi per chi ha bisogno e in difficoltà. È una specie di riconoscimento per quanto l’Italia ha fatto per me».
È per questo che fa rabbia e dispiace leggere commenti scritti che «vorrebbero rimandare a casa gli stranieri». Post che i “leoni da tastiera” scrivono sui social: «Io mi sento italiano – continua – e come tutti, indipendentemente dalla terra dove si è nati, cerco di aiutare in questo momento di difficoltà. Sono anche volontario della Protezione Civile e potrei essere chiamato in ogni momento per dare il mio contributo (ed è stato chiamato proprio in queste ore, ndr). Mi dispiace leggere quei commenti scritti da chi in faccia non me lo direbbero mai che devo tornare a casa: cattiverie gratuite di cui, specialmente in questo momento, si farebbe volentieri a meno».
(e.d.)
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