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JESI Jesi in Comune sull’ex assessora Lenti: «Amministrazione sulla via del fallimento»

Secondo il gruppo di opposizione un’Amministrazione cittadina imprigionata tra personalismi e piccoli interessi

JESI, 17 gennaio 2020 – «La defenestrazione del’ex assessora Paola Lenti (foto in primo piano con il sindaco Massimo Bacci) certifica un ulteriore fallimento dell’Amministrazione». Jesi in Comune commenta così il ritiro delle deleghe da parte del Sindaco Massimo Bacci a Paola Lenti.

«Dalle parole del Sindaco si capisce che la Lenti è stata cacciata per insubordinazione  – sottolinea il gruppo di opposizione -. Ma si vede bene pure che c’è stata una resa dei conti in Giunta. Di fronte all’inevitabile guerra strisciante in una maggioranza tenuta insieme molto dalla necessità di accontentare piccole e grandi botteghe prima o poi doveva succedere. Ma si dà il caso che il capro espiatorio coincida esattamente con il maggior azionista dell’azienda in termini di preferenze. E coincida con l’assessorato e la referente dell’area che aveva in appalto la partecipazione, dallo Statuto in avanti. Il che certifica un sostanziale fallimento: se ci fosse un un po’ più di autentica politica in questa Amministrazione, la riflessione dovrebbe virare dritta dritta sulla parola dimissioni».

Secondo Jesi in Comune il terremoto politico scatenato dal ritiro delle deleghe alla candidata più votata di Jesiamo certifica un fallimento: «Il Sindaco ha sempre preferito soffermarsi, autoreferenzialmente, sull’esaltazione a parole del fare e dei conti in ordine. Ora nemmeno più di quelli, visto che negli ultimi mesi a livello di debito abbiamo recuperato tutto quanto non era stato fatto in precedenza. La defenestrazione della Lenti non è altro che il certificato di un ulteriore fallimento di un’Amministrazione imprigionata tra personalismi e piccoli interessi, a spese di una città che ha soprattutto fatto i conti con vecchi progetti, accumulando qualche soddisfazione, a volte taroccata, ma soprattutto ritardi o talvolta arretramenti per quel che riguarda opere pubbliche, vitalità economica e produttiva, efficienza della macchina pubblica, attrattività – conclude la nota – . Probabilmente non si  è fatto davvero nulla sulla partecipazione vera, a partire dai consigli di quartiere, perché c’è una evidente difficoltà tra le fila della maggioranza. Certo è che in una “città regia” è bene non mettersi contro il re».

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