Segui QdM Notizie

Opinioni

Jesi Jesi Respira: «Non chiamatelo immobilismo, ma responsabilità»

Luciano Montesi Jesi Respira

Luciano Montesi: «Chi ci ha preceduto ha voluto solo giocare ad apparire, senza progettazione e senza visione e sono gli stessi che oggi ci accusano»

Jesi, 8 dicembre 2022 – Continuiamo ad assistere a numerosi attacchi pretestuosi dalla minoranza, in particolare dal gruppo di Jesiamo. Si legge sui social delle tante cose fatte, e i loro sostenitori sono sempre pronti a sottolinearle.

Intanto vale un vecchio detto: chi si loda si sbroda”, e poi cosa significa aver fatto tante cose? Partiamo dal fatto che è già ridicolo paragonare 10 anni di governo con i nostri 5 mesi.

Ma poi come sono state fatte tutte queste cose? Molte in maniera approssimativa e senza alcuna programmazione e visione.
Senza ragionamento e senza pensare ai problemi.

Corso Matteotti è emblematico. L’importante era farlo, non farlo bene. Così che si potesse dire di aver tolto l’obbrobriosa striscia di asfalto.

O la nuova Piazza Federico II? Fatta in fretta e furia rovinando un equilibrio precedente e un’estetica oggettivamente più ragionata.

Ma non è così che si governa.

Il governo del fare (male) della precedente Amministrazione si è mosso senza pensiero, spesso in velocità, solo per dimostrare di esistere. In tutto questo si sono dimenticati che il fare male poi ricade addosso alla città.

Piste ciclabili fatte a caso, prima blu e poi verdi, che sono certamente un segnale rispetto a quando non c’erano, ma perché fare una cosa fatta male e spendere denaro sapendo che poi bisognerà ripensarle di nuovo?

E non scordiamoci che la città che abbiamo ereditato da costoro ha enormi problemi di igiene pubblica, di manutenzione del verde, stradale e del patrimonio pubblico.

Abbiamo ereditato una città dove spadroneggiano i piccioni, dove non si contano i disagi in centro storico, e molto altro. Lo sappiamo bene perché riceviamo continuamente giuste lamentele dai nostri concittadini. Questo dimostra che chi ci ha preceduto ha voluto solo giocare ad apparire, senza progettazione e senza visione.

E sono gli stessi che oggi ci accusano di immobilismo.

A questi signori rispondiamo che non si tratta di immobilismo, ma di riflessione, perché ci sono molte complessità da valutare e da approfondire, e moltissime criticità da risolvere.

Ma la differenza tra il fare male e il fare bene sta proprio nel tempo che si impiega per studiare e progettare.

Non chiamatelo immobilismo, ma responsabilità. Perché le cose fatte male risolvono forse un problema, ma ne creano un altro, mentre le cose fatte bene permettono a una città di crescere.

Luciano Montesi del gruppo Jesi Respira

©riproduzione riservata

News