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JESI LA CITTÀ CELEBRA OGGI (20 LUGLIO) I 74 ANNI DALLA LIBERAZIONE

Liberazione

JESI, 20 luglio 2018 – La città intera, le Associazioni combattentistiche e d’Arma e le Istituzioni cittadine si apprestano a ricordare il 74° anniversario della liberazione della città dal giogo nazifascista. Col passare degli anni questa ricorrenza ha perso sempre più interesse tra gli jesini, ma questo non significa che tutta la città si sia dimenticata di questa bella pagina di storia preceduta, purtroppo, da un evento drammatico conosciuto come “la battaglia di Montegranale” conclusasi tragicamente il 19 luglio 1944.

La cerimonia dello scorso anno

In passato, della Liberazione di Jesi ne hanno parlato in tanti: storici come Giuseppe Luconi e don Costantino Urieli, personaggi della vita pubblica a cominciare dal primo Sindaco eletto dopo la liberazione, Pacifico Carotti, e come i primi cittadini che a lui sono succeduti. Degli eventi accaduti quel 20 luglio ne ha parlato anche un notissimo personaggio jesino del mondo dello spettacolo, Valeria Moriconi.

Oggi il ricordo di quella pagina di storia ritornerà d’attualità con la cerimonia prevista questa sera al Parco degli Orti Pace, in via Setificio. È lì che su iniziativa della sezione jesina dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, il 26 maggio del 1985, è stato inaugurato il monumento che ricorda la Battaglia di Montegranale ed i Bersaglieri immolatisi per la liberazione di Jesi.

Ai piedi dell’opera di Giuseppe Campitelli è possibile leggere: “In memoria delle valorose truppe del Corpo Italiano di Liberazione, i bersaglieri e la cittadinanza di Jesi grati in eterno per la riconquistata libertà”.

L’anno più lungo, libro di Giuseppe Luconi, ci riporta alla memoria le ore che scandirono la Liberazione di Jesi dal nazifascismo il 20 luglio del 1944. «La notte tra il 19 e il 20 luglio 1944 – scrive Luconi – è veramente la più lunga e la più sofferta, perché la popolazione rimasta in città si rende conto che si trova ormai all’ultimo atto, quello decisivo… Data la posizione di Jesi, i più propendono per un disimpegno da parte tedesca» e quando i guastatori nazisti «fanno saltare il ponte San Carlo, il ponte Pio, i ponticelli di via Marconi, via Colocci, via XXIV Maggio, e il ponte sulla Granita, in via Garibaldi» appare evidente che lo scopo è di «ritardare l’avanzata degli alleati e favorire lo sganciamento delle truppe tedesche… All’alba il generale Utili si trova sul crinale fra il Musone e l’Esino per vedere da dove tirano gli “88” tedeschi. Poi l’ordine: avanti gli alpini. Sono le 6 del mattino. La IIIa compagnia del battaglione alpini Piemonte, comandata dal capitano Barbieri, attraversa per prima il fiume ed entra a Jesi… I pochi abitanti rimasti… non immaginavano che la conquista della città potesse essere così repentina, non solo, ma che fossero proprio i reparti italiani a liberarla. Però, dopo il primo attimo di sbalordimento, la loro gioia si manifesta in pieno e i nostri soldati vengono letteralmente portati in trionfo mentre dalle finestre cominciano a sventolare i primi tricolori».

Questa sera, con inizio alle ore 21, Amministratori pubblici, rappresentanti della Associazioni e privati cittadini ricorderanno quei giorni terminati i quali Jesi e l’Italia non hanno più convissuto con la guerra.

Sedulio Brazzini

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