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JESI LA FIALS ACCUSA LA CARENZA DEL PERSONALE DEI LAVORATORI DEL ‘CARLO URBANI’

JESI, 26 luglio 2018 – Ennesima denuncia della Segreteria Territoriale di Ancona della FIALS, la federazione italiana autonoma dei lavoratori della sanità; sotto accusa, ancora una volta, la questione del personale già carente nell’organico ed in questi tempi di ferie ancor più drammatico.

Ma non è solo questo il problema dell’Area Vasta 2 e dunque della sanità della Vallesina; oltre alla ormai cronica carenza di personale di ogni profilo, dagli Oss ai Dirigenti, si aggiungono i lunghi tempi della burocrazia e dell’incapacità a risolvere la questione. “Non sono concepibili anni di ritardo per un Ospedale, definito modello come il Carlo Urbani di Jesi”, nella copertura dei vertici di Ortopedia e Neurologia sezioni, da anni privi di titolari, oppure nei reparti di Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Radiodiagnostica e Pronto Soccorso. A proposito di questo primario reparto la Fials ricorda: “… ma non lo si doveva ampliare?”. Oltre alla mancanza di dirigenza nei citati reparti il Comunicato sindacale ne cita tanti altri. Che dire poi delle sedie vuote tra il personale amministrativo e tecnico amministrativo, sia negli uffici della sede centrale di Jesi che in quelli del territorio di competenza dell’A.V.2.

Critiche della Fials anche alla recente pubblicazione “di un avviso pubblico presso l’A.V. 2 per incarichi a tempo determinato di Infermieri Professionali scadente il 30 luglio, almeno – sottolinea la nota – avessero risparmiato la motivazione per sostituzione di personale durante il periodo estivo … di quale anno?! Mancanza di programmazione o impedimenti e condizionamenti dell’ASUR per rientrare nei costi?”.

La lunga nota non finisce qui, continua interessandosi della notizia dei giorni scorsi secondo la quale “personale della ex CRI trasferito in ASUR dal 01.01.2017 in base alla legge finanziaria del 2016 ed assegnato a compiti tecnico economali in attesa di un definitivo inquadramento per cui in ASUR prima e in Regione poi hanno sottoscritto la parte pubblica e parte sindacale un protocollo d’intesa con proposta di inquadramento di detto personale in cat. Bs e cat. C, accordo che lascia parecchie perplessità sulla legittimazione e validità dello stesso in base alle tabelle di equiparazione nei vari comparti in caso di mobilità, altrimenti non avrebbero aspettato un anno e mezzo per sottoscriverlo!! Ora – prosegue il comunicato – per carenze di personale autista di ambulanza e per stato di necessità, al fine di non compromettere il regolare funzionamento del servizio e non incorrere in responsabilità anche penali conseguenti comportamenti omissivi, in A.V. 2, con nota del 13.07.2018, in attesa di recepimento del protocollo di intesa da parte della Giunta Regione Marche, è stata comunicata da parte di Dirigenti Responsabili l’assegnazione momentanea – nelle more della deliberazione regionale – presso la sede lavorativa UOC Centrale Operativa 118 di Ancona e pressp altre sedi a n. 6 (sei) appartenenti alla ex Croce Rossa Italiana, con il profilo di Autista di Ambulanza cat. BS/C?? con mantenimento delle funzioni attualmente svolte, ma anche sulla base della necessità, impiego anche nel profilo suindicato fino a espletamento di regolare bando di mobilità”.

Di fronte alla situazione venutasi a creare in ambito sanità la FIALS fa notare che questi “assegnatari provvisori stanno svolgendo la suddetta attività lavorativa senza un formale contratto di lavoro, ma solo in virtù della comunicazione sopra richiamata; non si è a conoscenza delle visite di idoneità fisica a cui sarebbero dovuti essere sottoposti gli assegnatari provvisori, visite comunque necessarie  per ricoprire il ruolo di operatore tecnico specializzato autista di ambulanza; – e per finire la Fials provinciale afferma che – non sono chiari i termini e l’esistenza delle coperture assicurative per eventi che potrebbero coinvolgere gli stessi assegnatari provvisori nello svolgimento delle mansioni di cui al profilo di appartenenza”.

Non solo carenze di organico, dunque, ma anche “mancanza delle garanzie” per gli operatori e, se vogliamo, anche dell’utenza.

s. b.

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