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Cronaca

JESI La giornalista tedesca: «Racconto a Waiblingen la vostra emergenza»

Michaela Mersetzky

Michaela Mersetzky, di Stoccarda, aggiorna i nostri gemellati che stanno vivendo la stessa situazione di contagio da Covid-19

JESI, 22 marzo 2020 – Anche da Waiblingen, città tedesca gemellata con Jesi, seguono le nostre vicende legate all’emergenza coronavirus.

Michaela Mersetzky (foto in primo piano), nelle Marche dal ’94, sta scrivendo un articolo per aggiornare la sua patria d’origine tramite il giornale Waiblinger Kreiszeitung.

«Conosco personalmente la redattrice del giornale – spiega -, che mi ha chiesto di raccontare la mia esperienza e la vita degli jesini durante questa quarantena».

«L’Italia non sarà più l’Italia quando tutti i bar saranno chiusi e non ci sarà odore di caffè da nessuna parte», ha detto in un articolo del giornale tedesco.

«Sono arrivata in Italia quando avevo trent’anni – racconta -. Mi sono trasferita dal sud della Germania per scelta, avevo semplicemente voglia di vivere qui visto che conoscevo già il Paese: ogni estate con la mia famiglia trascorrevo in Italia un mese di vacanza».

«Ora vivo in campagna fuori Arcevia e trascorro una vita piuttosto appartata, lavorando da remoto per un’agenzia di notizie svizzera, perciò non soffro molto i decreti in vigore. Tuttavia, è molto diverso scegliere di restare a casa rispetto all’esserne costretti».

Parole che ci suonano familiari, si tratta del sacrificio assolutamente necessario che stiamo compiendo tutti noi affinché questo isolamento collettivo finisca prima possibile.

«Tra le cose che mi mancano c’è l’uscire con il Cai di Senigallia. Avevamo previsto le vie ferrate nell’Alto Garda a fine mese. Mi sono però concessa recentemente un aperitivo con amici senigalliesi che non vedevo da tempo… su Zoom».

Ci si adatta come si può, la tecnologia ci viene fortunatamente incontro.

Com’è accaduto da noi fino a qualche settimana fa, accanto alle persone preoccupate ce ne sono altrettante scettiche in Germania. «Mia madre, sentendo le notizie dall’Italia, è estremamente in pensiero per la mia salute – racconta la giornalista di Stoccarda -. Anche in Germania i numeri del contagio stanno crescendo, perciò l’apprensione va di pari passo con i casi».

Le strade deserte, le notizie di contagi, il servizio sanitario allo stremo e la relativamente alta mortalità dovuta anche all’elevata età media del Paese sono certamente immagini che né a noi né all’estero infondono positività.

Anche lì, ovviamente, c’è chi ancora è incredulo all’idea che ci sia un virus estremamente contagioso che serpeggia specialmente nei luoghi ad alta affluenza. Tuttavia il governo sta iniziando ad assumere un ruolo centralizzato sulle scelte da compiere per fronteggiare l’emergenza, togliendo margine di autonomia ai Länder e dando omogeneità al Paese.

La Germania – mirabile dictu – è tuttavia meglio attrezzata a livello sanitario: circa 28 mila letti per la terapia intensiva, 34 ogni 100 mila abitanti, detenendo il tasso migliore in Europa. Sono 9.5 i letti per 100 mila abitanti in Spagna, 8, a forza di tagli, in Italia.

Mentre tutte queste notizie arrivano ai nostri fratelli di Waiblingen, possiamo dare una mano alle nostre strutture e al personale che si sacrifica per la nostra salute con piccole donazioni al Carlo Urbani o alla Croce Verde.

Elisa Ortolani

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