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JESI LA LEGA SCENDE IN CAMPO: FERMO NO ALLA MOSCHEA

«Abbiamo a cuore la sicurezza dei cittadini»

JESI, 18 novembre 2018 – Dopo Ancona e Fabriano, è la volta di Jesi dove la Lega scende ancora in campo per affermare il proprio deciso no alla costruzione di una moschea, che dovrebbe avvenire nella zona artigianale della Zipa, in via Latini.

Al dehors del Bar Imperiale il messaggio è stato chiaro e univoco, sabato scorso, con la presenza dell’on. Tullio Patassini, del consigliere regionale Sandro Zaffiri, Milco Mariani, commissario provinciale, Romina Trombetta, Angela Console, Leda Venturini, del coordinamento cittadino, Luigi Argalia, coordinatore di Fabriano.

«Abbiamo a cuore la sicurezza dei cittadini – ha affermato Angela Console – e la probabile apertura di una moschea non ci tranquillizza affatto».

«Anche perché – ha sottolineato Romina Trombetta – nei centri islamici c’è un indottrinamento che rafforza la loro identità culturale e occorre evitare che si insinui la cultura dell’odio e noi riteniamo sia giusto difendere la nostra, di cultura e la nostra identità religiosa. Qui a Jesi c’è già un centro culturale di riferimento e quello deve bastare».

Sandro Zaffiri non ha fatto tanti giri di parole: «Operazione scellerata quella della nuova moschea, i cittadini vanno informati e il Sindaco deve proporsi come difensore della sua comunità, che certamente non è islamica. Noi difendiamo le nostre tradizioni e le regole debbono essere rispettate da tutti. Jesi è un centro importante, fulcro della Vallesina e non può diventare capofila di un territorio islamico, istituiremo presidi per dire no alla moschea».

«Continueremo in questa battaglia – ha affermato Mariani – come abbiamo già fatto ad Ancona e Fabriano.  Chi finanzia tutto ciò? Basta l’autofinanziamento? E chi frequenta questi luoghi? Qualsiasi tipo di scelta va condivisa con tutta la cittadinanza».

Per Luigi Argalia «Jesi non è radicalizzata ma occorre fare attenzione, stiamo vivendo una sindrome da buonismo che ha disgregato il tessuto sociale italiano. A Fabriano non avevamo bisogno di due centri ma evidentemente queste persone portano voti. Anche se ci può essere una forma di integrazione occorre fare attenzione perché, nello specifico, a Jesi potrebbe arrivare gente da tutte le parti se ci sarà la moschea e in Vallesina, con Jesi, la comunità islamica è forte e radicata».

Legalità e rispetto delle regole «il punto di partenza fondamentale – secondo l’on. Patassini – e la nostra è una battaglia di civiltà, non di religione. Perché dovremmo permettere il volto coperto e la poligamia? Stiamo rivisitando il diritto d’asilo equiparandolo a quello europeo dove non è contemplato per questioni umanitarie ma solo per guerre, persecuzioni e crisi».

(p.n.)

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