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Cronaca

Jesi La lettera di condoglianze del futuro Re Carlo per Bruna Pirani

Passeggiava tra i vicoli del centro, nel maggio dell’88 l’allora Principe di Galles, quando si fermò a parlare con la donna gravemente malata: dopo qualche mese dalla scomparsa di lei, scrisse alla famiglia

di Tiziana Fenucci

Jesi, 18 settembre 2022 – Stava rientrando da una visita di controllo all’ospedaleBruna Pirani, quando nel maggio dell’88 si imbatté nella folla di curiosi che attorniava il principe Carlo – ora Re Carlo III – e le sue guardie del corpo, che attraversavano Piazza Federico II, durante il giro turistico della città.

Bruna all’epoca era un’assistente sanitaria molto conosciuta a Jesi per aver lavorato alla medicina scolastica e per le tante opere di volontariato delle quali si faceva promotrice tra la gente. Purtroppo in quel periodo una malattia incurabile la stava divorando, ma il suo piglio energico e la grande fede religiosa le davano la forza di condurre ancora una vita normale

Quella mattina, per il dolore al braccio, in ospedale le avevano messo una fasciatura e la donna stava tornando a casa a piedi insieme alla sorella, quando si imbatterono nel corteo del Principe Carlo. 

Bruna Pirani

Ci racconta l’episodio la figlia, Maria Rossi, che all’epoca aveva appena 18 anni ed era a scuola quella mattina, ma ricorda ancora vividi i particolari dell’incontro, raccontati dalla mamma e dalla zia con entusiasmo e naturalezza.

«Il Principe, mentre attraversava la piazza, scorse la figura di mia mamma, con il braccio fasciato, e chiese all’interprete di fermarsi e di farla avvicinare. Voleva parlarle. Così mia mamma e mia zia sono andate verso di luiCarlo le ha chiesto cosa avesse e come stava. Lei ha raccontato della sua malattia, che tra l’altro proprio in quel periodo aveva colpito anche la zia del Principe (Margherita sorella di Elisabetta). Mia mamma non era una persona che si piangeva addosso, anzi: aveva una fede fortissima e una grande speranza che non l’hanno mai abbandonata fino alla morte».

Il Principe Carlo durante la sua visita nel centro di Jesi nel maggio del 1988

Forse fu proprio la serenità che traspariva dalle sue parole e l’atteggiamento positivo, che spinsero Carlo a prendere la mano della donna tra le sue, a guardarla negli occhi e a dirle, tramite l’interprete, che ci teneva a farle i migliori auguri di buona guarigione.

«Mia mamma mi raccontò dell’atteggiamento sensibile e premuroso del Principe, e della stretta calorosa delle sue mani, come un gesto inaspettato e di grande umanità». 

Ma la storia ha un seguito, perché Bruna purtroppo perse la vita poco più di un mese dopo, il 2 giugno, e in seguito alla scomparsa un suo parente decise di inviare a Carlo la notizia della perdita, tramite l’ambasciata inglese a Roma.

La lettera tradotta in italiano con la firma autografa di Carlo

«Chissà quante lettere riceve al giorno un Principe! – ha detto Maria – di sicuro non credevamo che rispondesse».

Eppure dopo poche settimane, il 4 luglio, è arrivata una lettera di risposta con firma autografa del Principe, tradotta in italiano, in cui si diceva dispiaciuto della perdita di una donna mirabile e porgeva le condoglianze alla famiglia.

«Mia madre è sempre stata una persona riservata, molto dedita al lavoro e all’aiuto degli altri, molto fedele. Questo gesto l’aveva colpita notevolmente. Così come lui probabilmente era rimasto colpito dalla forza e dalla serenità con cui lei affrontava la malattia».

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