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Cronaca

JESI La “poesia covid” di Maria Teresa Chechile consegnata alla Croce Rossa

CHECHILE

“Mi sono persa” al presidente del Comitato cittadino, Francesco Bravi, nel corso di una cerimonia nella sede di Viale Gallodoro

JESI, 25 dicembre 2021 – Un nuovo successo per Maria Teresa Chechile dopo i riconoscimenti anche in altre regioni, non ultimo il Piemonte.

Alla vigilia del Natale il Comitato cittadino della Croce Rossa Italiana ha accolto la poetessa infermiera. Nella sede di via Gallodoro, alla presenza del presidente Francesco Bravi e dell’ispettrice Serena Romagnoli si è tenuta la cerimonia di consegna della poesia covid  MI ero persa.

Maria Teresa Chechile ha voluto sottolineare, con la consegna dei suoi versi, come «unendo le forze e in sinergia, si possa far fronte a ogni difficoltà, questo tempo epocale di pandemia ci sta mostrando come si possa sempre trovare una via d’uscita da ogni forma di disagio. L’emergenza sanitaria ci ha fatto vivere non solo sulla pelle e nel corpo quella fragilità, alla quale si è sempre soggetti, ma anche come se ne possa uscire attraverso una coesione di intenti e unendo le forze».

Riprendendo le parole di Papa Francesco “da soli non si va da nessuna parte” si può e si deve trovare la capacità di uscirne facendo fronte alle innumerevoli difficoltà.

«Il covid ci ha fatto vedere le fragilità umane – ha spiegato Maria Teresa – ma anche le tante certezze vacillare. Questa ulteriore ondata di covid in cui siamo tutti messi alla prova possa essere ancora una volta quella possibilità di riscatto. Le risposte non mancano partendo da quelle scientifiche a quelle dell’assistenza sanitaria in uno spirito di collaborazione tra le diverse parti. La pandemia ha leso non solo corpi e inciso le nostre anime, ma ha anche avuto un impatto sulla vita sociale, di relazione ed economica. È, infatti, proprio in quest’ultima ottica che pensando a quanti hanno perso il lavoro o lo stanno cercando che il pensiero è corso. Ai tanti che, proprio a causa della pandemia, hanno dovuto reinventarsi, così come alle tante ferite che il covid ha inflitto e sta infliggendo ancora, non solo nel corpo ma anche nell’anima. Come la medicina narrativa sia anch’essa curativa, entrando nell’intimo e in tutti quei risvolti psicologici e umani. Come momento di riflessione.

Il presidente Cri, Francesco Bravi, con la pergamena della poesia

Il dottor Bravi ha sottolineato «come ci sia sempre bisogno di collaborazione e non solo nella pandemia. Di come la Cri sia sempre pronta alla sua opera di soccorso e di supporto». 

È all’insegna di un Natale più umano e più  solidale che l’incontro ha avuto il suo momento più  emozionante con la proiezione e l’interpretazione della poesia. Alla cerimonia erano presenti anche la vice ispettrice Grazia Saveri, la consigliera Carla Bocchini, la delegata sociale Patrizia Catozzi, alcuni volontari e la famiglia  dell’infermiera / poetessa, nel rispetto delle norme anti covid.  


Cristina Amici degli Elci

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