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Cronaca

JESI La protesta degli studenti in piazza per rivendicare il diritto all’istruzione

Il collettivo “Corto Circuito”: trasporti pubblici migliori, più personale Ata e docente, lezioni in presenza ed edifici scolastici che non cadano in pezzi

JESI, 4 novembre 2020 – «Siamo qui questa sera in piazza a nome del collettivo studentesco Corto Circuito di Jesi per rivendicare i nostri diritti all’istruzione. Chiediamo trasporti pubblici migliori, più personale Ata e più professori che ci garantiscano lezioni in presenza in scuole che non cadano a pezzi».

Sono scesi in Piazza Pergolesi intorno alle 18.30 di stasera gli studenti di alcuni istituti superiori cittadini, in rappresentanza del collettivo, per far sentire la loro voce in questi tempi di chiusura Covid che ha desertificato anche le loro aule scolastiche.

Già in una nota, già espressa sulla loro pagina fb, dall’eloquente titolo Promuovono la buona scuola, ci hanno dato una scuola alla buona, erano state palesate con forza le loro istanze a fronte di «questo alienante e devastante modello scolastico che sta compromettendo il nostro diritto allo studio».

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«Chiudere le scuole secondarie di secondo grado, pertanto, chiedere a noi ragazzi e ragazze, soprattutto a quelli che frequentano gli ultimi anni delle superiori di restare a casa da scuola, seguendo le lezioni a distanza, è l’ultima delle cose da fare. La nostra salute e benessere sono fortemente dipendenti dalla possibilità di vivere in spazi dove incontriamo altre persone e socializziamo. Chiuderci in casa significa non cogliere i nostri bisogni fondamentali». [nk_awb awb_type=”image” awb_image=”272901″ awb_image_size=”full” awb_image_background_size=”contain” awb_image_background_position=”50% 50%” awb_parallax=”scroll” awb_parallax_speed=”0.5″ awb_parallax_mobile=”true” awb_styles=” padding-top: 150px; padding-bottom: 150px;” link=”http://www.caprariauto.it” linkdest=”_blank” awb_class=”caprari”][/nk_awb]

«La scuola è un elemento fondamentale per la nostra salute emotiva e psicologica. Le scuole giá alla riapertura hanno presentato limiti strutturali, di personale, di igiene e sanificazione, di connessione internet. Sembra mancare la reale volontà di investire in trasporti, edifici e infrastrutture. La priorità della scuola chiede investimenti ma non è stato così, il mondo scolastico si è trovato senza un piano sensato e con i dirigenti costretti a impazzire pur di riaprire e con responsabilità enormi sulle spalle».

Una protesta civile in presenza che non si esaurirà questa sera ma che è  stata preludio ad altre iniziative in programma. Nel mirino, dunque, la didattica integrata a distanza e non solo, tutto il complesso della scuola pubblica «ripetutamente ignorata dal Miur».
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