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JESI La rivoluzione delle forme: Şiir Özbilge espone a Palazzo Bisaccioni

L’esposizione dell’artista turca e di Marco Mascia è un’occasione unica per conoscere questa straordinaria coppia di artisti

JESI, 25 agosto 2020Palazzo Bisaccioni non smette di sorprendere. Negli splendidi locali di Piazza Colocci è allestita la mostra “Kaostantinis – Stato vegetativo“, una perla per gli amanti dell’arte e non solo.

L’esposizione è capace di fondere in un unicum l’abilità dell’artista, anzi degli artisti, la loro formazione, il luogo dove vivono ora e quello da dove provengono, le ingiustizie che subiscono gli esseri umani ma anche loro speranze.

Şiir Özbilge

Questa mattina a Palazzo Bisaccioni c’era la signora Şiir Özbilge, proveniente da Istambul ma trasferitasi a Cagliari, in Sardegna. Parte delle opere esposte sono sue, le altre del marito Marco Mascia.

Şiir Özbilge e Marco Mascia

Şiir è un’artista turca contemporanea, ha studiato all’Università di Boğaziçi. Negli anni ’90 ha vissuto e lavorato a Vienna, Madrid e in California. Vive e lavora in Italia dal 2017, ha lei stessa ideato le proprie tecniche di pittura.

«Ho lavorato molto su studi artistici con bambini, di età compresa tra 4 e 14 anni, dal 1996 – spiega l’artista che ci concede una visita guidata insieme all’amica Isabella Urbani (foto in primo piano) – . Questo aspetto della mia formazione mi ha molto influenzata».

Le opere, infatti, sembrano disegni di bambini, colori delicati, forme tondeggianti, animali e piante che però, dopo qualche istante, rivelano nelle loro identità: spazi verdi che vengono distrutti per fare posto al cemento, animali uccisi dall’avidità dell’essere umano, uomini e donne che si distruggono in nome di una terra che è di tutti e di nessuno.

Due le opere cui l’artista è più affezionata, in una sono ritratti dei caschetti gialli che rappresentano i minatori di Soma, in Turchia. Sono raccolti tutti insieme come un mazzo di fiori.

«Era il 2014 – racconta -. Ci sono stati circa 300 morti e le famiglie erano scese in strada per protestare. Tengo molto a quest’opera perché l’ho realizzata proprio quel giorno, a ricordo di quei lavoratori».

L’altra rappresenta un elefante: «Il suo corpo è pieno di persone, alberi, bambini che giocano come farebbero in un parco che immagino essere quello di Taksim Gezi di Istanbul che fu occupato nel 2013 per impedire che ci venisse realizzato un centro commerciale. L’elefante però indossa una maschera antigas, perché in quell’occasione la polizia usò il gas sui manifestanti, e ha perso una zanna a testimonianza della crudeltà umana».

Foglie di Ginko Biloba

Colpiscono le riproduzioni su pelle di capra, animale forte che simboleggia la catarsi, e le opere che raccontano città che cambiano volto, si ingrigiscono, abitate da uomini e donne che diventano crudeli con i loro simili, con i profughi «che sono vittime dei confilitti e che cercano una vita migliore», da palazzi che «ingoiano progettisti e ingegneri perché nessuno si salva, solo la natura risce ad andare avanti».

Storie che si raccontano da sole e che si legano, indissolubilmente con quelle del marito di Şiir, Marco Mascia che con pazienza certosina ha dipinto 160 foglie di Ginkgo biloba, che sembrano farfalle: «Pianta unica, originaria della Cina. Le origini risalgono a 250 milioni di anni fa, nel Permiano, e per questo viene considerato un “fossile vivente”Sei esemplari sono sopravvissuti alla bomba atomica caduta su Hiroshima, uno al centro dell’esplosione», spiega lui che è biologo e docente di scienze in un liceo di Cagliari.

La coppia ha in serbo anche altri progetti: Marco Mascia un cartone di animali fantastici animato dalla figlia della coppia, che lavora nel settore, metre Şiir proseguirà la serie dedicata alla catarsi ed esporrà in Sardegna le sue opere.

C’è ancora una manciata di giorni per visitare la mostra  a Palazzo Bisaccioni, sede della Fondazione Carisj, fino al prossimo 30 agosto (orari 9.30-13 e 15.3019.30).

Eleonora Dottori

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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