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JESI La “rivoluzione permanente” delle donne cubane

CubAccordi & Poesia al Circolo Sandro Pertini, con l’associazione culturale “Para un principe enano”, David Uncini e Maria Teresa Chechile

JESI, 13 giugno 2021 – Un tuffo nella storia e nella cultura cubana quello di venerdì pomeriggio al Circolo Sandro Pertini, presieduto da Enrico Brazzini, di via delle Nazioni.

L’associazione culturale Para un principe enano con la sua presidente Olga Lidia Priel Herrera (foto in primo piano) ha portato un pezzo di storia di Cuba nel giardino della Seziò con l’associazione Europa por Cuba e la Casa delle Donne di Jesi.

Si è parlato infatti delle donne cubane, abbattendo stereotipi di genere e razziali, raccontandone la lunga storia di rivoluzionarie grazie alla presentazione di Maddalena Celano del suo saggio storico e filosofico Le donne cubane. L’altra metà della rivoluzione. Un testo nuovo, che aspira a colmare un vuoto storiografico laddove non si parla abbastanza del ruolo delle donne nella storia di quello che è un Paese permanentemente in rivoluzione.

«Cuba è sempre stata un Paese ribelle, un Paese che ha osato: le Rivoluzioni a Cuba iniziano già nel sedicesimo secolo»

Cuba è una rivoluzione permanente – così l’ha definita l’autrice Maddalena Celano. Le donne indigene non si sono mai sottomesse ai conquistadores spagnoli: a capeggiare le rivolte erano proprio le donne, che hanno smesso di lottare solo quando i loro gruppi etnici sono stati sterminati.

Doppio è il pregiudizio nei confronti di Cuba, politico e di genere, verso le sue donne, oggettificate e considerate figure passive.

Invece nell’isola, già a fine Ottocento nasceva il primo movimento femminista della storia. Ai tempi di Fidel Castro esistevano 800 associazioni femminili. E la nuova Costituzione cubana, modificata con referendum nel 2019, è una delle più inclusive al mondo: parla di identità di genere, matrimonio egualitario e tutela delle persone Lgbt+, il femminicidio e le discriminazioni basate su genere, razza, origine etnica, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità sono a tutti gli effetti reati contro i princìpi costituzionali.

Nel 1961 l’isola è stata dichiarata dall’Unesco primo Paese dell’America Latina libero dall’analfabetismo. Già negli anni ’80-’90 – tempi in cui la maggior parte dei Paesi del mondo era ancora lontana da tale maturità – nasceva il Cenesex, il Centro Nazionale per l’Educazione Sessuale finanziato dallo Stato. Lì le persone potevano ricevere le basi dell’educazione sessuale, abbattendo stereotipi, conoscendo la contraccezione, vedendo affiancare gratuitamente psicologi e legali alle persone con orientamento non eterosessuale che subivano discriminazioni.

Oltre a essere un Paese relativamente sicuro per le donne, a differenza di tanti Paesi ritenuti civili e democratici in cui si registrano centinaia di femminicidi ogni anno, come gli idolatrati Stati Uniti, Cuba vanta eccellenti opportunità lavorative femminili, oltre a tassi equi di partecipazione e guida politica

Le donne cubane oggi rappresentano il 48% dei lavoratori nel settore statale, e un totale equivalente svolge alti incarichi di direzione: 8 su 10 Pubblici Ministeri sono donne, e l’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, pilastro fondamentale del governo dell’isola, conta attualmente il 48.86% di rappresentanza femminile.

Il personale sanitario è composto dal 78.5% di donne che esercitano la medicina, quasi la metà degli investigatori scientifici sono donne, il 66% della forza lavoro più qualificata nei settori tecnici e professionali del Paese è femminile, e riceve lo stesso salario per lo stesso lavoro in relazione agli uomini. Inoltre le donne cubano godono dell’accesso universale e gratuito sia all’educazione che alla salute.

Ma CubAccordi & Poesia è stata anche occasione di musica, con la tromba del Maestro David Uncini, versi, con l’infermiera-poetessa Maria Teresa Chechile e citazioni del poeta cubano José Martì lette dall’attrice Patrizia Giardini, e balli coordinati dalla danzatrice Sylvie Rosalie Bibuti, in arte Najma Al Sharki. Balli di origine africana, giacché quella africana è una delle basi fondanti della cultura cubana, insieme a quella spagnola.

L’occasione anche per promuovere la mostra artistica del pittore cubano Luis Alberto Saavedra, che durerà fino a martedì 15 giugno.

Elisa Ortolani

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