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JESI LA SACRA RAPPRESENTAZIONE DELLA PASSIONE: EMOZIONANTE, COINVOLGENTE, GRANDIOSA

(Foto CriCo)

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JESI, 21 marzo 2016 – La pioggia pizzica scendendo leggera, a tratti. Il cielo è tutto un’unica nube, scuro. La sacra rappresentazione della “Passione e morte di Gesù” sta per iniziare. In un attimo, però, la luna riesce a trovare uno spiraglio. Sembra che anch’essa non voglia mancare a quello che sotto di lei sta per accadere, mentre i tanti bambini presenti, a luci spente, cercano Gesù tra i figuranti.

(foto CriCo)

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Tutto è pronto, non piove più. La scena si dispiega così nell’anfiteatro del parco del Ventaglio che va riempendosi di gente.

Questa decima edizione – curata come sempre dall’associazione culturale dell’Arco – non ha tradito le aspettative nella domenica delle palme che introduce alla Settimana Santa.

Scenografie, giochi di luci e di ombre, le parole amplificate, accompagnate dal sottofondo musicale, che conducono la storia di momento in momento, sino alla fine. Sulla croce.

(foto Crico)

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Una storia antica e attuale che nella coralità di tutti i protagonisti ha saputo suscitare emozioni, ha saputo coinvolgere sino all’epilogo, senza un attimo di pausa. Un’ora e mezza di grande suggestione, in una rivisitazione puntuale eppure sempre nuova, perché ogni volta il dolore, in questa storia, si rinnova.

Gesù, gli apostoli, Giuda, Pietro, Pilato, Caifa, Erode, i sacerdoti del sinedrio, la milizia romana, il popolo, Maria e le donne sotto la croce: interpretazioni convincenti, bellissimi costumi, un grande scenario.

E quest’anno, anno santo della Misericordia, del Giubileo, l’evento s’è rivestito di un profondo significato in quanto, come ha ricordato il vescovo, prima della benedizione finale, “Dio ha tanto amato il mondo da donare suo figlio” (Gv 3,16).

(foto CriCo)

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“Siamo rimati affascinati, colpiti – ha sottolineato don Gerardo Rocconi– da quanto abbiamo visto. E spero anche più grandi nella fede. Abbiamo tutti bisogno di questo anno di misericordia per sentire tutto l’amore che Dio ha riversato su di noi e questa sacra rappresentazione ci dice quanto ci ha amati. Egli ci chiede una vita nuova, essere uomini e donne di misericordia, vale a dire attenti alle situazioni di sofferenza che ci sono attorno a noi, vicine e lontane. Non è possibile chiudere gli occhi e il cuore. Camminiamo perché Gesù risorto cammina accanto a noi. Siamo chiamati ad amare, questa è la nostra vocazione”.

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