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JESI La “Sostenibilità” di Giannetto Magrini

Inaugurata l’antologica dell’artista jesino “spalmata” tra Palazzo dei Convegni e San Nicolò, contributo il suo a rendere l’arte non un concetto legato a correnti preconfezionate ma ai flussi del pensiero

JESI, 4 giugno 2021 – E’ stata una congiuntura favorevole, senz’altro. Giannetto Magrini, artista completo del e nel panorama culturale nazionale, ha inaugurato una sua antologica a Jesi – il giorno della Festa della Repubblica – “spalmandola” in due siti importanti, Palazzo dei Convegni e la chiesa di San Nicolò.

La mostra si intitola “Sostenibilità” e ha come emblema, nel logo che la richiama, un’ape, un simbolo di laboriosità e di equilibrio ambientale. Le congiunture? La Regione Marche ha sostenuto, finanziariamente, il progetto presentato a suo tempo da Giannetto Magrini tramite il Circolo di Cultura politica di Jesi Sandro Pertini, cui si è aggiunto l’assessorato alla cultura del Comune di Jesi.

Questo ha permesso di trovare, all’inaugurazione al Palazzo dei Convegni, numerose ma a distanza di sicurezza, autorità regionali e locali, conferendo, in tal modo l’imprinting della partecipazione a un evento molto rilevante, soprattutto perché Giannetto Magrini, un giovane ottantacinquenne, in questo modo ottiene lo spazio che si merita (da un po’, in realtà…) fra le mura della sua città.  

La consigliera regionale Chiara Biondi, particolarmente attiva nel settore della cultura, ha sottolineato come «l’aver sostenuto il progetto della mostra di Magrini si rivela un punto di spinta verso un’apertura ancora più approfondita nel campo culturale e, lavorando in sinergia, le potenzialità della nostra regione possono emergere e soprattutto essere supportate. Il titolo, Sostenibilità, è attualissimo,  l’ape, termometro della laboriosità ma soprattutto dei cambiamenti del nostro pianeta, è un simbolo meraviglioso nel manifesto della Mostra».

Sullo stesso tenore l’intervento del sindaco Massimo Bacci, che ha rivolto parole di stima ai lavori di Magrini, così come l’assessore alla cultura Luca Butini che scopre quotidianamente autori importanti della nostra città.

La sinergia con l’artista l’ha poi sottolineata il presidente del Circolo di Cultura Politica Sandro Pertini, Enrico Brazzini, uno dei primi a credere al progetto. Un viavai di spostamenti fra le due tappe della mostra ha portato tutti ad avere una visione complessiva dell’attività artistica di Magrini, per lo meno nel periodo che va dal 1962 al 2021. Il cambiamento di orizzonte nella visione artistica di Magrini è evidente e anche coinvolgente. Ora posso dire anche io di aver seguito tutti i lavori o quasi di Magrini, ché per seguire l’intera attività, quella che è rimasta nei suoi laboratori, sarebbe necessario prendere le ferie.  

Ecco perché la sua “antologica” l’ha voluta chiamare “Sostenibilità” per mostrare che un giovanotto che ha girato la boa degli ottanta, è sempre sul pezzo e che è uno di quelli coi controfiocchi che si chiedono: cosa lasceremmo a quelli che verranno dopo di noi?

Mi racconta spesso vecchi aneddoti della sua vita giovanile che lo spinsero verso la pittura e la scultura. Le sirene di Parigi, per esempio, cominciarono presto a rimbombare nelle sue orecchie e quando salpò per la capitale mondiale che aveva dato i natali a correnti culturali che avevano cambiato il mondo e la concezione di accostarsi alle arti figurative, spesso racchiusa in un canone, lanciò le sue “opere informali” e le chiamerà strutture immaginifiche.

Sperimentazioni che gli danno una precisa identità e la voglia di conoscenza che non si arresta neppure ai nostri giorni. Ho scritto che quando si entra nel suo studio, si trova un perfetto caos, voluto ovviamente, ma il suo occhio vuole farti vedere le sue ultime ispirazioni. La frase di Papa FrancescoCostruire ponti, non costruire muri” gli ha regalato lo spunto su cui costruire ponti metaforici, che poggiano sui libri, cioè la cultura della nostra civiltà.  

Si “fabbricai suoi colori con pigmenti e leghe tradizionali, volti di donna in primo piano, sedie alla Van Gogh, Raffaello sommerso, un insieme di lavori, anche schizzi, posti quasi in ordine cronologico, che rendono viva questa grande mostra che ci lascia col pensiero intorno al quale gira il titolo originale: Sostenibilità.

Le api sono determinanti per la salute e la vita del pianeta, sono preziosi lavoratori della natura e contribuiscono a mantenere un ecosistema che oggi è messo in discussione. E’ forse questa parte, pur nella bellezza in cui il viaggiatore e il fruitore apprezzeranno le sue opere, che vediamo, oggi, la statura di Giannetto Magrini.

Libero come sempre, radicato nella sua città, Jesi, ha dato un contributo a rendere l’arte non un concetto legato a correnti preconfezionate ma ai flussi del pensiero.

E Giannetto, oggi, pensa al nostro domani.   

Giovanni Filosa

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