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JESI LAURA TANGHERLINI E GLI ORRORI DELLA GUERRA IN SIRIA (foto e video)

La giornalista jesina e il marito si sono sposati in un campo di profughi siriani in Libano e hanno fatto festa con i bambini orfani, con un matrimonio tutto in chiave benefica

JESI, 12 ottobre 2019 – “Matrimonio siriano, un nuovo viaggio”: è il titolo del quarto libro della giornalista di RaiNews24 Laura Tangherlini sugli orrori della guerra in Siria che da 8 anni devasta il Paese e la sua meravigliosa popolazione civile.

Un’occasione per parlare di tematiche fin troppo attuali, di cui però non si discute abbastanza.

Dopo l’incontro di ieri 11 ottobre al Liceo Scientifico “Da Vinci”, stamattina presso la scuola media “Paolo Borsellino” la giornalista e suo marito Marco Rò hanno collaborato con una giovane studentessa per una presentazione non solo del libro e del loro prezioso lavoro, ma anche della tragica situazione che milioni di persone stanno vivendo ormai da troppi anni.

Testimonianze dure da vedere e ascoltare, ma fondamentali per un percorso di consapevolezza che fa bene tanto ai giovani adulti del Liceo quanto ai bambini delle medie. I ricavati dei libri della Tangherlini sono utilizzati per inviare soldi e pacchi di prima necessità ogni mese e mezzo circa in Giordania per le famiglie che la coppia sostiene.

È stata la sua ex insegnante Sabrina Valentini, dirigente scolastica dell’Ic Lotto di Jesi, a presentare il lavoro della giovane coppia, ringraziandola per il commovente ed emozionante incontro con i ragazzi delle terze della scuola secondaria di primo grado Borsellino. Lui cantante e musicista, lei, jesina, reporter di denuncia e approfondimento («un passo prima rispetto al giornalismo di inchiesta», ci dice la Tangherlini), oggi scrivono canzoni insieme ispirandosi alle storie di cui sentono testimonianza nei loro viaggi.

Nel 2018 si sono sposati in un campo di profughi siriani in Libano e hanno fatto festa con i bambini orfani. Un matrimonio tutto in chiave benefica, che ha permesso di sostenere a distanza un bambino di nome Mommen. Un bambino che, dopo aver assistito all’uccisione del padre da parte di un cecchino mentre erano in fila per la spesa, sono riusciti ad incontrare in Libano. Il piccolo, dapprima timido e impaurito, ha infine chiesto ai due sposi di andare insieme al mercato che gli ricordava il padre, che aveva l’abitudine di comprargli vestiti e dolci.

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Momento musicale della coppia alla scuola media "Borsellino"

Oggi Mommen sogna di tornare in Siria a insegnare l’arabo, un sogno che condivide con tanti bambini, che tra le mille aspirazioni comuni all’infanzia sognano soprattutto di diventare medici, infermieri e insegnanti. In Siria infatti bombardano soprattutto scuole e ospedali: la scuola, luogo che insegna a essere rivoluzionari – così si giustificano dando alla parole un’accezione negativa, ma forse, se fosse davvero così, il mondo non vivrebbe certe emergenze umanitarie -, l’ospedale, luogo in cui non si dovrebbero curare i feriti.

Metà della popolazione siriana è rimasta senza casa. Due milioni di morti all’ultimo conteggio dell’Onu, che ha smesso di censirli nel 2014.

Alcuni siriani rifugiati in altri Paesi vorrebbero tornare a casa a causa dell’intolleranza che li affligge in Libano e Turchia: razzismo, ronde, coprifuoco e arresti ingiustificati, difficoltà di inserimento scolastico, matrimoni precoci, lavoro minorile. Il 90% dei siriani che proveranno a tornare in patria non riuscirà a ritrovare la propria casa perché distrutta o per assenza di documenti necessari per la richiesta. Chi invece tornerà, sarà considerato traditore e mandato al servizio militare.

È per questo che una delle canzoni della coppia, pensata come un dialogo tra un fratello rimasto e uno che sogna la Siria, parla di nostalgia, paura, e di un giuramento strappato al fratello lontano di non tornare per il proprio bene.

Presentazione del libro alle 17.30 anche al Piccolo di San Giuseppe.

Elisa Ortolani

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