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Cronaca

JESI LE ATMOSFERE HILDEGARDIANE IN UN “VIAGGIO” NEL MEDIOEVO

La Fondazione ha voluto rendere omaggio alla figura di questa donna dal multiforme ingegno

La Fondazione ha voluto rendere omaggio alla figura di questa donna dal multiforme ingegno

JESI, 24 settembre 2015 – Ricreare un ambiente che ti porta lontano nei secoli, a mille anni fa, non è semplice. Occorrono competenza, passione e quel pizzico di follia che ti permette di organizzare tutto al meglio, anche in tempi ristretti. E l’appuntamento «A cena con Hildegarda», curato dalla Fondazione Federico II di Hohenstaufen, non ha deluso le attese. Anzi. Nelle suggestive sale di palazzo Baldeschi Balleani, che si affaccia proprio nella piazza che porta il nome dell’imperatore jesino, la serata intrisa di atmosfere hildegardiane, a cura di Maria Teresa Santarelli,  è scivolata via addirittura troppo veloce per l’interesse e la piacevolezza dello stare lì che ha suscitato.

L’appuntamento era per il 17 settembre, in sincronia con il dies natalis (che sarebbe il giorno della morte, il 17-9-1179) della santa, dottore della chiesa, scienziata, erborista con profonda cultura medica, guaritrice, mistica, linguista, poetessa, compositrice di melodie, Hildegarda di Bingen, religiosa benedettina, definita «la più grande testa femminile del XII secolo».

Figura eclettica, Hildegarda di Bingen è ritornata, per una sera

Figura eclettica, Hildegarda di Bingen è ritornata, per una sera

La Fondazione ha voluto rendere omaggio alla figura di questa donna dal multiforme ingegno che, caso più unico che raro all’epoca, ricevette confidenze e diede consigli a papi, cardinali, vescovi, insigni religiosi (Bernardo di Chiaravalle), re e imperatori (Federico Barbarossa). E che attirò, nel corso della sua lunga vita (81 anni), grazie al suo carisma, tantissime persone bisognose di cure mediche o di una guida spirituale.

La cena hildergardiana non è stata, dunque, soltanto un intercalare di portate dagli antichi sapori, esaltati dallo chef Gilbert Casaburi e da Sogni di zucchero, ma un itinerario nello spazio e nel tempo scandito dalle melodie interpretate da Maria Elisabetta Santarelli, dal viaggio intorno alle pietre curative (l’odierna cristalloterapia), accompagnati da Diana Maria Rosati e dagli interventi di Franca Tacconi, vice presidente e direttrice del centro studi della Fondazione, scanditi con il consueto, appassionato, rigore storico-cientifico. E le interpreti, le consorelle del monastero di Rupertsberg, vestivano tutte l’elegante abbigliamento dell’epoca.

Figura eclettica, Hildegarda di Bingen è ritornata, per una sera, a parlarci di lei, della sua vita, del suo pensiero moderno, dei suoi molteplici interessi e delle sue pratiche. Che ancora oggi ritroviamo, in parte, attuali. Come fossero figlie del nostro tempo.

(Pino Nardella)

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