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JESI “Le Cantiche”: il progetto discografico di Marta Tacconi e Federica Livi

Da scegliere il titolo del disco, con immagine fotografica di Francesca Tilio, registrato in provincia di Varese e frutto di un lavoro ampio sui 700 anni dalla morte di Dante

JESI, 6 maggio 2021 – Quando nasce un disco, quando si sviluppa un progetto che non ha più soltanto (si fa per dire) dimensioni locali ma che ha un target ampio come il respiro della sua distribuzione, è giusto parlarne. Soprattutto in questo momento così difficile, che fa, ancora per poco, “slittareproposte, lavori, progetti.

A questo disco – di cui parleremo con la pianista jesina Marta Tacconi – alcuni esperti che l’hanno ascoltato in anteprima danno molto credito. E’ il frutto, in primis, della collaborazione artistica di Marta Tacconi e del soprano Federica Livi. Entrambe molto attive in duo negli ultimi mesi, la gioventù gioca dalla loro parte. Ed anche nella realizzazione di progetti che hanno un riscontro dagli Enti che sono delegati a scegliere i migliori. Il disco, ora.

Cosa rappresenta, Marta Tacconi, questo lavoro?

«E’ una nascita felice, è il sogno che resterà impresso per noi e per gli altri, è la realizzazione di un lavoro che ha un senso compiuto. Una lavorazione “materiale”, sul posto per ore e ore e prima ancora per la scrittura e le prove. La chiusura di un progetto di ampio respiro, che coniuga Dante nei 700 anni dalla morte e il tema musicale che l’accompagna. La progettazione è frutto dell’idea di un viaggio umano attraverso la musica. Del tema della Commedia dantesca quello che ci ha interessato, vale a dire il fulcro portante, è stato il viaggio dell’uomo. Un viaggio ultraterreno, spirituale, ma fisico in compagnia di un essere umano. E questo rimanda a Virgilio, una guida, e a noi, a me e Federica, cui interessa impersonare il messaggio della Divina Commedia non tanto raccontare Dante ma vivere, sulla nostra pelle, l’esperienza del Poeta in viaggio, nel mondo ultraterreno, a cercare se stessi. Non per niente, abbiamo inserito anche il Canto delle sirene. Questo lo spirito del disco».

Che è stato registrato dove?

«In collaborazione con l’etichetta discografica Da Vinci, abbiamo lavorato a Villa Bossi, in provincia di Varese, in uno studio situato all’interno di una struttura meravigliosa che comprende non solo studi di registrazione, ma anche una raccolta di clavicembali, fortepiani, spinette, clavicordi, pianoforti originali romantici dell’Ottocento e pianoforti moderni. E soprattutto dispone di un pianoforte Yamaha CSX, strumento straordinario».

Qual è il titolo del progetto?

«“Le Cantiche”, ma non è detto sia il titolo del disco, che deve essere ancora scelto. Durata un’ora, sarà in distribuzione a settembre. Incrociando le dita. Consegneremo il lavoro di rifinitura e di scelte entro il 20 maggio, una faticaccia e nottate che non racconto, arricchiremo il cofanetto di un libretto interno, che comprenderà una parte musicologica e una parte grafica e fotografica, affidata a un’artista jesina, Francesca Tilio, e un’altra straordinaria fotografa, Valentina Solfrini, artista, per il reperimento degli abiti che indosseremo nelle foto. Gli abiti sono molto particolari, debbono ricalcare il senso del progetto stesso. Il disco contiene diversi generi: si parla di musica ma di diverse epoche, c’è la parte classica affidata al solo pianoforte e ad un brano di Listz, c’è la parte della musica vocale da camera, repertorio che spesso frequentiamo io e Federica, tocca la liederistica del 900, e c’è una parte contemporanea, affidata al compositore Danilo Comitini di Pesaro, che ha appositamente scritto per noi tre brani, prendendo i testi dalla Commedia, per le tre cantiche, con musica contemporanea e un pianoforte appositamente preparato. Fra le sue note troverete la sonorità e i temi che indicano l’entrare e l’uscire da un’altra dimensione. Il messaggio del disco è universale, per questo sarà distribuito in Europa e non solo. Speriamo di presentarlo al pubblico il 14 settembre, sai, l’anniversario della morte di Dante!».

Federica Livi da anni lavora con Marta Tacconi. E sposa con gioia il “progetto dantesco”, perché, dice, «Dante e la “Divina Commedia” da qualche anno accompagnano il mio cammino, soprattutto quello personale, e aver potuto scavare ancora più a fondo fra questi versi meravigliosi (attraverso i brani del bravissimo compositore e amico Danilo Comitini) è stato un regalo inaspettato quanto emozionante! Come è stato altrettanto travolgente il servizio fotografico fatto con Francesca Tilio per il libretto del nostro cd, un viaggio nel tempo stranissimo e ancora vivo sottopelle. Un “viaggio”, quello del nostro progetto, che si è rivelato essere molto più intenso di quanto ci saremmo mai aspettate, ma soprattutto costellato di Bellezza ad ogni curva! Sì, perché a un tratto ci siamo accorte che il cammino ultraterreno della “Divina Commedia” non ci bastava, ci mancava qualcosa, un “folle volo” che ci riportasse sulla terra, al nostro “Purgatorio”, all’uomo e alla sua carnalità: da qui la scelta di inserire nel cd alcune tra le pagine musicali e letterarie più significative del 900. E un viaggio così non poteva non farci sentire un po’ come Dante e Virgilio. Chi è Dante e chi è Virgilio tra noi? Non saprei... Anzi, come direbbe Manzoni: “Ai posteri l’ardua sentenza“.

Marta Tacconi e Federica Livi con Francesca Tilio, in primo piano

Entusiasta del progetto anche l’artista Francesca Tilio, che ha creato e sviluppato un set in questi giorni, che ha coinvolto le due artiste e di cui potete vedere un’anticipazione del backstage.

«Sono onorata – ci ha detto – ed estremamente felice di essere stata chiamata a realizzare la nuova immagine fotografica per il disco di Marta Tacconi e Federica Livi. La musica è uno dei linguaggi che prediligo e molto spesso è l’ascolto a suggerirmi visioni. Il femminile è sempre fonte di grande ispirazione e stavolta una pianista e una cantante mi hanno dato la possibilità di esprimermi in totale libertà. Qualche ascolto dei loro pezzi e il tema principale legato dell’anniversario dantesco sono bastati per far nascere in me l’idea di un paesaggio quasi onirico, fuori dal tempo, in cui le due donne sono diventate figure magiche, inquiete, complici. Una moderna trasposizione di un tempo passato dove il gioco dei corpi diventa protagonista dello scatto. Lunghe gonne fluttuanti, un vento che increspa l’acqua del fiume e muove le fronde degli alberi, giochi folli in strade di campagna poco battute… questo è solo l’inizio di un viaggio che spero troverà la sua perfetta collocazione nel talento musicale di queste due incredibili giovani donne».

Giovanni Filosa

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