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JESI LE MIGLIORI BOLLICINE DI VERDICCHIO IN PIAZZA DELLA REPUBBLICA

Dopo la degustazione alla cieca svoltasi in giugno all’Ime, il Doc metodo classico risultato vincente è stato il Brut Riserva 2012 dell’Azienda Garofoli di Castelfidardo

JESI, 8 luglio 2019 – Proprio nei momenti in cui le colline del Prosecco venivano dichiarate Patrimonio dell’Unesco, Maurizio Ricci, alla presenza di due politici della città di Jesi (quando sarà il momento ci metteremo anche regia con la “r” maiuscola), vale a dire del presidente del Consiglio comunale Daniele Massaccesi e del consigliere Matteo Baleani, si dichiarava guerra alle bollicine del nord est.

Qualcuno disse: «Ma quelli hanno i carrarmati pieni di Prosecco che affascinano il mondo, noi dove andiamo coi nostri verdicchietti che sembrano sì e no le famose otto milioni di baionette?». In piazza della Repubblica scese il gelo (magari, saranno stati cinquanta gradi!) ma poi un applauso liberatorio sottolineò le parole del presidente dell’Associazione amatoriale degli Amici del Verdicchio dei Castelli di Jesi.

Ricci, che spiegò: «Abbiamo creato il “Premio miglior Verdicchio dei Castelli doc metodo classico” perché siamo stanchi di vedere non riconosciuto il valore delle nostre bollicine non solo fuori porta ma addirittura nella nostra città».
Brusio in lontananza fra i baristi che si affacciano in piazza della Repubblica: «Abbiamo ottimi produttori e straordinari prodotti, a breve passeremo la linea del Piave in un solo modo: facendo da traino a tutta la produzione del Verdicchio di qualità, in collaborazione con la Scuola europea sommelier, tanti altri produttori e con le istituzioni al nostro fianco».

E gli amministratori gongolavano a queste parole.

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La serata di ieri, domenica 7 luglio, era il corollario e il palcoscenico adatto per premiare una degustazione cieca del Verdicchio dei Castelli di Jesi Metodo classico, svoltasi a metà giugno presso l’Istituto Marchigiano enogastronomico, Ime. Un evento cui non avevo mai assistito, e che mi ha dato il polso della professionalità con cui vengono perseguiti certi obiettivi. Ricordo, anche se annebbiato dai fumi alcolici, che le cantine che hanno partecipato a questa prima edizione, che ha creato anche un suo logo specifico, sono state: Borioni, Montecappone, Priori e Galdelli, Boccanera, Mencaroni, Bonci, Casaleta, Mattioli, Colonnara, Socci, Peruzzi, Garofoli, Sabbionare.
Il presidente Massaccesi, stimolato, ha confermato la necessità di seguire, passo dopo passo, tutti gli eventi che serviranno a valorizzare il nostro Verdicchio con bollicine tanto da farlo partire alla conquista di nuovi mercati, dei nostri in particolare.
«È un bene prezioso, il vino, è una risorsa troppo importante per la nostra economia per accantonarla».
Gabriele Marchegiano, della Scuola europea dei Sommelier, ha sottolineato la professionalità e la preparazione acquisita in anni di duro lavoro (un goccio di qua e uno di là è un lavoro  difficilissimo, ok?) di quanti sono convinti che le nostre bottiglie faranno presto il … botto. A far da contorno al palco in cui si dissertava, davanti a bottiglie d’acqua e senza orme di vino se non in lontananza, una straordinaria esposizione di auto e moto d’epoca, lasciate a creare una scenografia dal Cjmae, come ci ha detto il presidente Luciano Trozzi. Sono convinto che, dietro l’angolo di via Cavour, erano presenti in forze ​polizia stradale e vigili che avranno misurato con l’etilometro il tasso di alcolemia nel sangue, alla fine della manifestazione, a tutti i partecipanti.
Adesso, alla fine, vi dico che il vincitore è stato il “Brut Riserva 2012” dell’Azienda Garofoli di Castelfidardo, una chicca.
Così come gli altri Verdicchi, presenti per lo più con i propri responsabili. Ho insinuato, con la complicità del consigliere comunale, che anche il Verdicchio di Matelica stava preparando una manifestazione analoga. Ma poi Ricci ha capito che era uno scherzo.
«Ma sarei stato pronto anche su quel fronte», ed ha chiuso la vicenda.
Giovanni Filosa
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