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Cronaca

JESI LEOPOLDO (POLDO) LATINI: “A 83 ANNI NON MI ARRENDO, IL MIO SOGNO È FARE IMPRESA NELLA MIA CITTÀ”

JESI, 28 agosto 2015 – Ha tagliato il traguardo degli 83 anni, età in cui molti si sono messi da parte lasciando ai più giovani lo spazio che essi richiedono; il Cav. Leopoldo Latini, invece, non solo non si è ritirato dalla scena industriale, ma ha accentuato la sua tenacia, quella che, per usare un termine dialettale, viene definita “tigna”. Ieri mattina (27 agosto) Latini è stato ospite del responsabile locale di Forza Italia, Massimiliano Lucaboni. Questi, nella sua introduzione all’incontro, ha sostenuto la necessità, per le imprese marchigiane, di ripristinare l’utile servizio della Confidi, uno strumento di concessione crediti alle imprese che molto spesso ha salvato aziende dalla bancarotta. Anche questa cancellazione, oltre a tante altre cause, è all’origine della fuga di molti imprese all’estero. Tra queste anche la Latini Cucine, con sede a Mosca; un’azienda storica per il territorio jesino e non solo che ha fatto la scelta di produrre le sua cucine oltre cortina. Ma utilizzando prevalentemente materiale prodotto in Italia opportunamente assemblato in Russia, ha tenuto a precisare Latini. Ma adesso il suo sogno è quello di ritornare a lavorare a Jesi perché “questa è la mia città, qui ho la mia famiglia, è qui che ho iniziato. Voglio combattere, ad 83 anni, la mia battaglia contro questo sistema vizioso che mi ha costretto all’esilio imprenditoriale“.
Singolare, ma simile a molte altre, la sua storia in campo professionale. Fin da giovanissimo si è sempre adoperato per non rimanere con le mani in mano, nel contempo, però, non si è mai sottomesso a terzi, plasmando la sua vita e la sua azienda ai suoi concetti. Dopo gli anni dell’adolescenza trascorsi in un laboratorio di falegnameria, nel 1960 ha cominciato a produrre mobili per un mercato che, all’epoca, faceva registrare un boom di vendite. Nel 1962 si è allontanato dal padre che forse non vedeva di buon’occhio la sua aspirazione di costruire mobili per cucina; l’attività industriale in grande stile inizia nel 1969, esportando i suoi prodotti in Arabia Saudita, Emirati Arabi, Libia, America, Francia, Inghilterra, ecc. È quella l’epoca in cui, nell’area della Zipa, poco lontano dall’uscita Jesi Est della SS 76, sorge il primo capannone di 6.000 metri quadrati, affiancato da un successivo di altrettanta grandezza. Il tutto senza richiedere alcun mutuo. Erano gli anni in cui Leopoldo Latini era ricercato dalla così detta società che conta al punto di diventare socio onorario dell’allora Cassa di Risparmio di Jesi; anche il suo marchio aziendale cominciò a farsi conoscere tra il popolo grazie alla pubblicità televisiva sulle reti Rai. Siamo al tempo in cui a Forlì gareggiava una squadra di basket sponsorizzata dalla Latini. Le cose vanno bene; l’azienda si espande, arriva uno stabilimento a New York , ma il socio, contrario alle sue idee manageriali, lo ha costretto ad una vendita non certo corretta. La già affermata popolarità di Latini si espande ulteriormente quando prende la guida della Jesina calcio su sollecitazione di un personaggio ben addentrato nell’ambiente. La squadra fu da lui portata a scalare i vari gradini delle categorie fino alla C1. Frattanto anche la politica avrebbe corteggiato Latini, ma lui rispose picche alla proposta di candidarsi per un partito del quale non è stato fatto il nome. Secondo lo stesso cavaliere forse proprio questo rifiuto è stato all’origine delle traversie che ancora oggi lo affliggono al punto che in questo 2015 Latini dice di dover tirare avanti con appena 480,00 euro al mese della pensione.
A proposito della famiglia bisogna dire che l’azienda creata dopo la chiusura di quella alla Zipa che occupava circa 25 unità per un certo tempo è andata avanti ottimamente, poi, per via di diverse peripezie, è andata mano a mano chiudendo i bilanci in negativo. Questo ha portato alla chiusura dello stabilimento il 14 giugno dello scorso anno. Latini è arrabbiato con tutti; se non fosse perché lo avevamo conosciuto nei tempi belli, darebbe l’impressione di soffrire di mania di persecuzione (banche, agenzia delle entrate, tribunali, dipendenti poco corretti, ecc.). Forse è solo la grande voglia di lottare che un “ragazzo” del 1932 sta dimostrando al mondo intero.
(Sedulio Brazzini)

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