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Cronaca

JESI Lina Pirani, la jesina che fu la prima poliziotta delle Marche

La sua divisa è ora esposta al Museo delle divise della Polizia di Stato a Pistoia, era stata una delle prime 120 donne a far parte del corpo della Polizia Femminile

JESI, 19 ottobre 2021 – Era jesina la prima poliziotta delle Marche, una delle 120 donne che da tutta l’Italia erano entrate a far parte del corpo della Polizia Femminile nel 1961. E oggi la sua divisa è esposta al Museo delle divise della Polizia di Stato di Pistoia.

Quinta di dodici figli di Giuseppe e Ada Pirani, sorella del compianto Paolo Pirani cui è dedicato il monumento al campo Boario, Lina Pirani nacque a Jesi nel 1931 ed è scomparsa a luglio dello scorso anno, a 89 anni.

A destra, Lina Pirani

Lina aveva studiato al Liceo Classico, compagna di Valeria Moriconi, e spinta dal suo forte senso civico e sociale, decise di partecipare al primo concorso indetto nel 1961 dal corpo di Polizia Femminile. Il Corpo era nato nel 1959, e solo nel 1981 fu unito alle Guardie di Pubblica sicurezza, diventando la Polizia di Stato che esiste ancora oggi.

Nel 1961, quindi, Lina viene assunta con il primo concorso dal corpo della Polizia Femminile, con destinazione Pesaro. Il suo ufficio era in un vagone ferroviario. Nei primi tempi doveva svolgere mansioni oggi di competenza dei giudici dei tribunali e degli assistenti sociali, come l’assistenza a famiglie, donne, minori e anziani non autosufficienti.

Ma tante altre furono le missioni a cui Lina Pirani venne destinata nel corso della sua carriera, come il terremoto del Belice del 1968, quello di Ancona del 1972 e quello del Friuli del 1976, dove collaborò con il padre della Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti.

Tanto si distinse nel suo lavoro che nel 1982 il Ministero dell’Interno la inviò a Verona a far parte del gruppo investigativo sul rapimento del generale americano James Lee Dozier a opera delle Brigate Rosse, quindi nel 1984 al tribunale di Macerata, dove si svolgeva il processo alla colonna marchigiana delle Br, con il compito di dirigere le perquisizioni personali delle donne implicate. Negli ultimi anni della sua carriera, aveva il compito di seguire sorvegliati speciali del carcere di Fossombrone in provincia di Pesaro-Urbino.

Lina Pirani era Ispettrice Capo, e per la sua professionalità, dedizione e discrezione, è stata insignita delle onorificenze di Cavaliere della Repubblica e di Grande Ufficiale al Merito. Titoli di cui andava orgogliosa, rendendo fiera tutta la famiglia, ma che non ha mai ostentato.

Lina era molto legata alla terra di origine e alla famiglia, e ogni domenica tornava a Jesi, dove spesso le persone si rivolgevano a lei per i primi problemi di separazioni, droga, comportamenti a rischio di minori. A nessuno, ricorda la sua famiglia, ha mai negato i suoi saggi consigli. Al bisogno, collaborava con Madre Flora, una suora che nel 1951 aveva fondato a Pesaro l’Istituto missionario della Fanciullezza, dove accoglieva e assisteva a tutte le ore bambini in stato di bisogno.

La sua carriera è stata raccontata da vari articoli che hanno sottolineato come il suo lavoro fosse per lei una vera e propria missione. Carriera che quest’estate, a un anno dalla scomparsa, è stata notata anche dal Museo delle divise della Polizia di Stato di Pistoia, a cui la famiglia ha donato la sua divisa.

Elisa Ortolani

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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